Cade anche il villaggio di Ocheretyne, non si ferma l’avanzata russa nel Donetsk: cresce la paura del tracollo ucraino in primavera
Era ormai solo questione di tempo, ma la notizia della caduta del villaggio di Ocheretyne, nel Donetsk, peggiora ulteriormente la situazione lungo la linea del fronte ucraino e conferma che i russi sono riusciti ad aprire una breccia che rischia di innescare un effetto domino capace di far crollare le difese di Kiev in poche settimane. L’attivismo, al momento solo nelle dichiarazioni, di alcuni leader europei come Emmanuel Macron era un segnale delle difficoltà che sta affrontando l’esercito ucraino. Adesso, la presa del villaggio rischia di essere solo l’ultimo tassello, in ordine di tempo, di un’avanzata difficile da contenere e favorita dalle condizioni del terreno nel corso della stagione primaverile ed estiva.
A dare la notizia della presa di Ocheretyne è stato il ministero della Difesa di Mosca. Una notizia attesa da giorni, da quando gli uomini dell’esercito russo hanno preso Berdichy, raso al suolo Chasiv Yar e soprattutto da quando lo stesso portavoce del comando militare ucraino, Khortytsia Nazar Voloshyn, ha ammesso che “la situazione è tale che il nemico è riuscito a sfondare“.
Adesso tocca alle Forze Armate di Kiev decidere come muoversi per tentare di rispondere ai colpi inferti da Mosca. E da questa scelta potrebbe dipendere, sempre che non sia già compromessa, la tenuta della resistenza contro l’invasione russa. Quasi tutte le alture intorno ad Avdiivka sono sotto controllo russo, gli ucraini accumulano forze a Novoaleksandrovka e Arkhangelsk per arginare l’avanzata e la Russia sembra avere tutta l’intenzione di sferrare un attacco deciso e penetrante: non a caso sta costruendo una nuova base aerea nella regione di Belgorod, a soli 70 chilometri dal confine, un obiettivo a portata di mano degli ATACMs o degli Storm Shadow ucraini se Mosca non riuscisse a spostare la linea del fronte qualche centinaio di chilometri a ovest. Così, Kiev dovrà decidere con attenzione quante truppe spostare per rafforzare il fronte di Avdiivka, senza sguarnire troppo altri punti caldi, come ad esempio quello di Kahrkiv.
Altri due fattori, però, giocano contro i piani difensivi dell’esercito di Volodymyr Zelensky. Il primo è l’evidente inferiorità nel numero di armamenti a disposizione, dovuta in parte anche ai recenti ritardi e nella scarsità delle forniture occidentali, e soprattutto di uomini da impiegare al fronte. È proprio per questo che il vice capo dell’intelligence di Kiev, Vadym Skibitsky, intervistato da The Economist ha detto in maniera chiara che l’avanzata delle truppe di Mosca non sarà arrestabile, tanto da intravedere – non prima della seconda metà del 2025 – la necessità di un negoziato per mettere fine alla guerra. Il rischio, è che Mosca avanzi così tanto da accorciare i tempi d’attesa. O da convincere Paesi come la Francia a entrare direttamente nel conflitto.
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