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Май
2024

Falsi green pass, guaritore condannato 

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Green pass fasulli frutto di vaccini anti-Covid annacquati se non addirittura mai inoculati. Si è chiusa con una sfilza di rinvii a giudizio e una serie di riti alternativi l’indagine della procura di Ravenna che ha visto anche un padovano tra i 226 imputati. Si tratta di Riccardo Cattelino, 56enne di Mestrino attivo nella frazione di Arlesega, guaritore che in realtà ha sempre respinto quell’epiteto definendosi pranoterapeuta e organizzatore di corsi di meditazione e di medicina olistica. Al termine di un giudizio abbreviato, il gup ravennate Andrea Galanti lo ha condannato a un anno di carcere con la sospensione condizionale della pena per concorso in falso.

Si è ridimensionata la sua posizione, anche se la difesa (l’avvocato Simone Balzani e la collega Barbara Sorgato) speravano in un esito assolutorio. «All’inizio dell’indagine il mio assistito sembrava il collettore tra diversi no vax nel Nordest e un medico ravennate» spiega l’avvocato Balzani, «Poi alla fine gli è stato contestato un unico episodio che peraltro non era suffragato, a giudizio della difesa, da elementi probatori. Ora attendiamo le motivazioni della sentenza».

Altre 23 sono state le condanne tra gli otto e i 18 mesi inflitte con rito abbreviato (tra loro Alberto Ferrero, consigliere comunale a Ravenna e coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia); 98 le persone rinviate a giudizio (il processo partirà a fine gennaio) mentre 17 sono state quelle prosciolte. I restanti imputati hanno scelto di patteggiare pene più lievi.

Al centro dell’inchiesta, il medico di base ravennate (nonché ginecologo) Mauro Passarini, 67enne originario di Bologna ma da tempo residente nella località rivierasca, accusato di essere disposto a simulare dosi di vaccino anti-Covid o a somministrane in forma diluita. Insomma, a certificare una vaccinazione di fatto fasulla per ottenere il rilascio del green pass.

È il 2021 in piena pandemia. E in procura arriva l’esposto di una mamma separata che denuncia l’ex, un bellunese no vax. In due occasioni, il 18 settembre e il 17 ottobre 2021, l’uomo si era recato a Marina di Ravenna insieme alla figlia minorenne e alla nuova compagna per sottoporsi alle due dosi fittizie: un comportamento che aveva fatto insospettire la coniuge di un tempo perché il 50enne era sempre stato contrario all’idea di far vaccinare la figlia. Tramite il test anticorpale, infatti, era risultato che la minore non aveva ricevuto alcuna dose. Proprio durante un incontro con Passarini, il bellunese aveva telefonato a Cattelino. Ed è stata quella chiamata a mettere in difficoltà il padovano, nonostante sia il medico che il bellunese lo avessero scagionato. Anzi, all’inizio Cattelino era stato considerato il trait d’union tra le richieste no vax nordestini e il medico ravennate, ipotesi che poi non è risultata provata. Guai seri per Passarini. Per lui l'arresto è arrivato il 10 novembre 2021 anche se, dopo qualche giorno di cella, è andato ai domiciliari per infine tornare completamente libero. Il medico ha già patteggiato due anni durante l’indagine per il reato di falso; di peculato in seguito alla contestata appropriazione di fiale di vaccino Pfizer e di evasione per avere parlato il 17 novembre 2021 a un giornalista, uscendo di casa mentre si trovava ai domiciliari. Tra gli imputati rinviati a giudizio alcuni infermieri e medici dell’Usl Romagna (che si è costituita parte civile): hanno scelto di difendersi al processo.