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Май
2024

Al Feff trionfa il Giappone: «Nel 2025 un Village come terzo polo ludico»

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L’imbarazzo è su chi e su cosa puntare l’occhio di bue (che è quel cerchio di luce fatto apposta per illuminare il protagonista in scena) di questo “Far East Film Festival 26”, talmente sfarzoso in numeri e in umanità da rendere problematico qualunque podio possibile. Sessantacinque mila spettatori vale il primo posto? Trovare tagliandi per i settantanove film in tabellone non è stato sempre agevole nelle dieci giornate festivaliere, contando pure i 228 ospiti d’onore e i tremila ospiti.

Dice il presidente Sabrina Baracetti: «Un ventennio fa dovevamo insistere affinché registi e attori accompagnassero i loro film a Udine. Adesso accade l’opposto. A noi farebbe piacere averli tutti, sia chiaro, ma dobbiamo confrontarci con una ricettività quest’anno arrivata al limite. Parliamo di partnership: a Hong Kong, Taiwan e Filippine si è aggiunta l’Indonesia. I loro rappresentanti da quattro sono lievitati a una trentina. “Abbiamo trovato degli appartamenti a Lignano”, mi dissero soddisfatti, non sapendo che c’è un bel po’ di strada da fare per arrivare al Giovanni da Udine».

Solitamente uno sguardo all’edizione del futuro è obbligatoria, nonostante la scenografia di quello appena concluso sia ancora mezza su e mezza già sui camion. «Il progetto — spiega Thomas Bertacche — che vorrei definire una solida speranza è creare un “Feff Village”, in piazza Primo Maggio nel giardino Loris Fortuna, dove si dovrebbero concentrare tutte quelle attività collaterali in questi anni, per ovvie ragioni, disseminiate per la città. L’effetto è stato quello di una comprensibile dispersione. Ecco, l’aspirazione sarebbe quella di ricreare un terzo polo diciamo più ludico, da affiancare a Giovanni da Udine e al Visionario».

E che dire della sorpresa Zhang Yimou arrivato in Friuli da Pechino con appresso due film — “Lanterne rosse” e “Vivere”, entrambe restaurate — da un trentennio latitanti e per una straordinaria giornata sul grande schermo del Feff? E che dire del suo stupore di essere «Applaudito da 1200 persone sedute comodamente in una sala cinematografica?». Non te lo aspetti da un gigante della cinematografia mondiale, vero? Eppure quest’emozione lo ha davvero travolto. «Un lavoro di sei anni — svela Baracetti — per riuscire a portarlo al Far East, ma ce l’abbiamo fatta e ne siamo felici. Per noi e per aver entusiasmato migliaia di persone».

Un’edizione come mai in passato. Conclusa, fra l’altro, nei tipici orari sanremesi più vicini all’alba che al tramonto. Che dire? Il Giappone ha dominato gli Audience Awards 2024, con un verdetto popolare arrivato davvero nel cuore della notte. Il Gelso d’oro è stato assegnato al commovente film “Takano Tofu” di Mihara Mitsuhiro davanti al connazionale “Confetti” di Fujita Naoya, mentre il Gelso di Cristallo ha preso l’aereo per Hong Kong assieme al suo legittimo proprietario Nick Cheuk autore di uno dei casi cinematografici della stagione: “Time Still Turns the Pages”.

Per la sezione opere prime i giurati hanno scelto il romantico sudcoreano “Mimang” di Kim Tae-yang (Gelso Bianco), lasciando a “Citizen of a Kind” della regista sudcoreana Park Young-ju il riconoscimento per la miglior sceneggiatura con il contributo del Premio Amidei di Gorizia. Idee per il 2025? «Stiamo lavorando — svelano Baracetti e Bertacche — su una retrospettiva dedicata ai mostri della tradizione asiatica».

E per il comparto curiosità non potevamo trascurare una passione insolita scoperta per caso. Il regista di Hong Kong Lawrence Kan, autore di “In Broad Daylight”, è un insospettabile tifoso della Roma, squadra che alloggiava nel suo stesso albergo tornata a Udine per concludere gli ultimi venti minuti della partita con l’Udinese. Oltre alle foto di rito, Kan — con una auto a noleggio — ha raggiunto lo stadio, probabilmente esultando per il gol di Cristante al 95’. Questo lo diciamo adesso altrimenti la sua proiezione sarebbe stata boicottata di tifosi bianconeri. Forse. Arrivederci al 24 aprile 2025.