Volley femminile, la finale di Champions tutta italiana chiude la stagione. Milano e Conegliano ad Antalya tra sogni e addii
La Champions in Italia ci ritornerà comunque, dopo due anni di digiuno. Le squadre italiane hanno restituito il “favore” a quelle turche che lo scorso anno si contesero la Coppa a Torino mentre quest’anno la Imoco Antonio Carraro Conegliano e la Allianz Milano si giocheranno il titolo continentale ad Antalya. Si tratta della quinta finale tutta italiana della storia di questa competizione: nel 1993 Matera battè la Teodora Ravenna, nel 2001 Modena superò Reggio Calabria, nel 2005 Bergamo battè Novara e nel 2019 Novara superò Conegliano.
E cinque saranno anche le sfide che, dopo la finale di Antalya, avranno visto affrontarsi Milano e Conegliano in questa stagione. Per ora l’ago della bilancia è tutto dalla parte della formazione veneta che ha vinto due volte in regular season (3-1 e 3-0), in finale di Supercoppa (3-1) e in finale di Coppa Italia (3-2).
Sarà una partita importante per tante giocatrici perché segnerà la fine dell’avventura nella squadra di appartenenza o addirittura nel volley giocato, come ad esempio per la centrale olandese Robin De Kruijf che, dopo questo match, appenderà le scarpe al chiodo al termine di una permanenza in terra veneta di ben otto anni. Partita speciale anche per Kelsey Robinson-Cook, che torna gli States, Kathryn Plummer, che si trasferirà proprio in Turchia al Fenerbahce, ma anche per Gennari (anche per lei destinazione USA) e Squarcini (che andrà a Novara), Castillo, Bajema, Daalderop, Candi e probabilmente anche una delle ex di turno più attese, Raphaela Folie.
Sarà una partita speciale per Paola Egonu, lei che questa coppa l’ha alzata tre volte con tre maglie diverse, Novara, Conegliano e lo scorso anno con il Vakifbank e che punta fare poker con Milano che arriva sicuramente più riposata a questa sfida essendo uscita in semifinale nei play-off scudetto, mentre Conegliano ha 18 set e quattro partite durissime in più nelle gambe contro Scandicci.
I duelli in campo non mancano di certo e sono quelli che hanno caratterizzato una stagione intera (ovviamente spesso a distanza) del volley nostrano. Pensi a Milano-Conegliano e non puoi non pensare a Egonu contro Haak. Chi sia la più forte è difficile da decretare anche se Haak in stagione sembra avere una marcia in più ma nelle finale Egonu si esalta e dunque attenzione all’opposta di Milano.
La sfida tra Wolosz e Orro è l’ennesima battaglia tra due esponenti della categoria di altissimo livello in ambito mondiale. Alessia Orro ha smaltito il problema alla caviglia che l’aveva messa in dubbio tra la semifinale di Champions e quella del campionato, Wolosz si è confermata regina del palleggio anche nel confronto con la campionessa mondiale Maja Ognjenovic e la finale di Champions è un’occasione in più per ribadire la sua leadership.
L’ago della bilancia potrebbe essere la sfida tra le bande: Robinson-Cook e Plummer, al passo d’addio a Conegliano, arrivano da una stagione di altissimo livello, hanno giocato partite monumentali, soprattutto nei turni precedenti della competizione continentale e poche volta (è capitato per alcuni tratti in semifinale e finale scudetto) non hanno risposto presente alle sollecitazioni di Santarelli. In ogni caso in panca il tecnico veneto troverebbe Lanier e Gennari, non due qualunque. Dall’altra parte ci sono Sylla e Cazaute, con le campionesse uscenti Daalderop e Bajema. Non sempre i martelli ricevitori milanesi sono riusciti a fare la differenza ma sicuramente la qualità non manca.
La battaglia al centro appare più equilibrata che mai: Lubian e Fahr, protagoniste di una grande finale scudetto, coadiuvate dalle partenti De Kruijf e Squarcini, da una parte ed Heyrman e Folie dall’altra con Candi e Rettke pronte a subentrare, ognuna con le sue caratteristiche in grado di spostare gli equilibri non solo in attacco o a muro (vedi il servizio di Lubian o Squarcini). Straordinaria anche la sfida in seconda linea, tra Moky De Gennaro e Branda Castillo, i due liberi più forti del campionato e forse anche del mondo.