La pioggia di questa primavera porta acqua e tanta energia (idro)elettrica
La primavera che non arriva tra giorni di maltempo vero ed inatteso porta però buone notizie: boom di produzione di energia idroelettrica in Italia e così aumenta l’indipendenza del nostro Paese. Tanta pioggia e nevicate (in particolare sulle Alpi) hanno fatto crescere la generazione di energia idroelettrica. Un incremento che va dal 50 al 100%. E volano anche gli utili delle utility che gestiscono gli impianti idroelettrici. Nelle prossime settimane diffonderanno i dati trimestrali, ma si prospetta un primo trimestre dell’anno da record, soprattutto per Enel, A2A e Compagnia Valdostana delle Acque.
Gli ultimi mesi (marzo e aprile) con il meteo avverso ai vacanzieri dei ponti hanno scongiurato il rischio siccità e assicurato riserve negli invasi. Questo “bottino eccezionale” fa vedere ottime possibilità per il resto dell’anno. Intanto nei primi tre mesi del 2024 la produzione da fonte idrica è salita da 5 a 9 terawattora. Questo assicura una riduzione della produzione di energia da carbone e gas e in vista delle restrizioni dell’uso dei combustibili fossili significa maggiore indipendenza energetica dell’Italia. Sicuramente più autonomia grazie alla fonte idrica vuol dire anche una riduzione del prezzo dell’energia, in prospettiva. Nei primi quattro mesi dell’anno Compagnia Valdostana delle Acque (32 impianti con circa un gigawatt di capacità) ha raddoppiato la produzione idroelettrica rispetto allo stesso periodo del 2023. +50% per A2A (2 gigawatt di capacità e impianti in Lombardia, Friuli e Calabria) e Enel (500 impianti per 16 gigawatt di capacità in tutto il Paese). Le regioni che hanno registrato gli incrementi maggiori sono Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto Adige.
Più produzione significa più indipendenza energetica per l’Italia ma significa anche una riduzione del prezzo dell’energia. Il costo per megawattora (PUN) è calato a aprile rispetto a febbraio di 6-8 euro nelle ore notturne e di 16-18 euro durante il giorno.
In Italia ci sono 4860 impianti per la produzione di energia idroelettrica (dati Terna febbraio 2024). Sono 1092 in Piemonte (3103 MW ), 891 in Trentino-Alto Adige (3804 MW), 749 in Lombardia (5694 MW), 408 in Veneto (1391 MW), 220 in Valle d’Aosta (1106 MW). Da segnalare l’Abruzzo che conta solo 78 centrali, ma ha una potenza di 1267 MW, quindi vicina alle Regioni con il più alto numero di impianti. La Regione con meno centrali è la Puglia, che ne conta solo 10. Dal 2009 ad oggi i numeri sono quasi raddoppiati, erano infatti 2249 gli impianti contro i 4860 di oggi. Un trend in continua crescita. Basta pensare che in due anni, 2022-2024, sono state aperte 158 centrali nuove.
In totale si tratta di quasi 22mila megawattora di potenza installata per l’Italia. La Lombardia è in cime alla classifica per produzione (5694 MW) seguita dal Trentino-Alto Adige (3804 MW).
L’idroelettrico in Italia è la prima fonte rinnovabile (40,7%) per la produzione di energia elettrica, Ma oltre 7 impianti idroelettrici su 10 nel Paese hanno più di quaranta anni e oltre l’80% delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche è già scaduto o scadrà entro il 2029. Si stima che servirebbero 560 milioni di euro solo per il repowering degli impianti idroelettrici esistenti (studio The European House Ambrosetti).
Intanto neve e pioggia eccezionali per il periodo danno una spinta al settore e all’indipendenza dell’Italia. E agli utili delle aziende.