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Апрель
2024

«Un reato utilizzare autovelox illegali». A Treviso scatta la denuncia contro produttori e sindaci

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Autovelox utilizzati in maniera illegale per fare cassa sulla pelle della collettività. Quella inviata «a tutte le Procure competenti», dopo l’esplosione del “caso Treviso” con le multe in tangenziale cancellate dalla Cassazione, è una denuncia che spara ad alzo zero: contro le società che hanno prodotto le apparecchiature, contro il ministero dei Trasporti di Matteo Salvini, contro i prefetti, le forze di polizia e le amministrazioni locali, anche contro i magistrati «per violazione dei principi di legalità in ragione del principio gerarchico delle fonti di diritto».

A firmare l’esposto è la “Associazione dei consumatori e delle micro imprese Miglior tutela” guidata dagli avvocati Emanuele Dalla Palma di Bassano e Fabio Capraro di Treviso. Una «denuncia per ravvisate condotte omissive e contra legem penalmente rilevanti perpetrate a danno della collettività», inviata per conoscenza anche alle più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a quello del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il caso

Riassunto stringato del caso: un avvocato trevigiano, Andrea Nalesso, ha presentato ricorso al giudice di pace contro una multa da lui stesso presa in tangenziale nel 2021 per eccesso di velocità rilevato tramite autovelox fisso. Il Comune di Treviso, ente accertatore, dopo aver perso anche in secondo grado, ha portato la vicenda in Cassazione, e anche lì è arrivata la conferma definitiva: multa illegittima perché gli autovelox non sono omologati bensì solo autorizzati dal ministero. Una sentenza che ha scatenato un effetto valanga, perché la bocciatura della Cassazione vale per gli apparecchi fissi di tutta Italia. Ora l’associazione Migliore tutela va ben oltre, ipotizzando comportamenti penalmente rilevanti in tutta la “filiera” delle multe, dai produttori degli autovelox – come detto – fino a sindaci e forze di polizia.

Le accuse

«Sussistono evidenti gravi concomitanti elementi e motivi – scrivono gli avvocati nell’esposto – ampiamente fondati in fatto e diritto, atti a rilevare e far emergere l’illecita reiterata commercializzazione da parte delle ditte produttrici, con mera approvazione da parte del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, pur in assenza di omologazione rilasciata dal ministero delle Imprese, ai fini dell’utilizzo da parte della pubblica amministrazione, a danno della collettività, delle apparecchiature per il rilevamento della velocità fino ad oggi prodotte, poste in commercio e fruite dalla P.A. ai fini sanzionatori».

Penalizzati, ovviamente, sono i cittadini automobilisti: «Ove accertata e confermata tale situazione di denunciata grave carenza di intervento operativo in violazione di legge, ne conseguirebbe annosa, reiterata e quotidiana ingiusta lesione, da parte degli enti preposti, dei diritti dei consumatori e degli utenti della strada pur costituzionalmente e normativamente garantiti con indebita richiesta e riscossione di somme non dovute ed erogazione di pene accessorie del tutto ingiustificate», si legge ancora nell’esposto, «Sussistono e si contestano gravi elementi di antigiuridicità nell’indebito utilizzo da parte della P.A. di tali apparecchiature di misura della velocità»