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Апрель
2024

Ue, appello di Mattarella da Lubiana: «Spero votino in molti e poi si passi alle riforme»

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Ue, appello di Mattarella da Lubiana: «Spero votino in molti e poi si passi alle riforme»

Il presidente italiano in visita a Brdo per il 20mo anniversario dell’adesione della Slovenia all’Ue. La presidente Musar ribadisce la necessità dei confini aperti

LUBIANA. «Tra qualche settimana 400 milioni di cittadini europei saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Sarà un grande esercizio di democrazia. E mi auguro che vi sia una grande partecipazione al voto perchè in questo modo i cittadini sono protagonisti del futuro del continente e dell’Unione di cui fanno parte».

Le celebrazioni per il 20mo anniversario

Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al termine delle celebrazioni a Lubiana per il ventesimo anniversario dell'adesione della Slovenia all'Unione europea. Per l'occasione, la presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, ha invitato nel Castello di Brdo il presidente austriaco Alexander Van der Bellen, il presidente croato Zoran Milanovic e il presidente ungherese Tamàs Sulyok. Dopo un colloquio bilaterale, è cominciata la riunione plenaria che ha tra i temi all’ordine del giorno le sfide attuali dell’Ue «che l’Unione - scrive la presidenza slovena - si trova ad affrontare anche alla luce delle mutate condizioni geopolitiche nel mondo e nel vicinato, e l’importanza di partecipare le elezioni del Parlamento europeo di quest’anno». I presidenti si sono scambiati inoltre opinioni sul futuro dell’allargamento dell’Ue e sulle misure per sostenere i paesi candidati nel loro cammino verso l’Ue. «La Slovenia rimane un convinto sostenitore dell’espansione dell’Ue sia verso i Balcani occidentali che verso i paesi del Trio orientale, sostenendo al contempo il rafforzamento dei meccanismi UE esistenti nel campo dello stato di diritto e sottolineando l’importanza della preparazione interna dell’Unione per i futuri allargamenti» fa sapere Lubiana.

Musar: l’importanza di riaprire i confini

«Le relazioni di buon vicinato tra i Paesi, nonostante molte differenze, sono la strada verso un'Unione europea migliore e ancora più connessa». Ha ribadito la presidente slovena. Durante l'incontro a porte chiuse i cinque presidenti hanno parlato delle sfide che attendono l'Ue, a partire dall'allargamento ai Balcani occidentali, ideale completamento del progetto europeo. Nel suo intervento Musar ha sottolineato l'importanza dei confini aperti, i valori condivisi e democratici che ispirano il continente, e il ruolo che le minoranze dei rispettivi paesi ricoprono nella comprensione reciproca. La presidente ha quindi menzionato il confine abbattuto 20 anni fa fra le due Gorizie, per arrivare al traguardo condiviso, sempre su quel territorio, di capitale europea della cultura GO!2025, che prenderà il via l'anno prossimo. In occasione dell'odierna Giornata mondiale della Terra, al termine dell'incontro la presidente Pirc Musar ha regalato a ciascun presidente un alberello di tiglio, uno dei simboli nazionali sloveni, da piantare nel Paese vicino come simbolo di amicizia.

L’appello al voto delle europee e per le riforme Ue

Tornando a Mattarella come già successe 5 anni fa, ha rivolto un appello al voto in vista delle elezioni europee di giugno. È solo un caso che proprio oggi si registri un nuovo secchissimo dato di scarsa affluenza alle elezioni in Basilicata, ma del resto i dati delle elezioni regionali precedenti non erano stati molto più confortanti, e tantomeno quelli delle ultime politiche. L’elenco di tutti questi dati è sotto gli occhi di tutti e il presidente della Repubblica mette il peso della sua moral suasion per spingere gli italiani a votare l’8 e 9 giugno. Perchè questo è lo strumento democratico per esercitare la sovranità popolare. Ma il Presidente usa tutta la sua influenza anche per battere un colpo anche alla Ue: dopo le elezioni dovrà dare risposte ai cittadini. Dopo il voto, per Mattarella, l’Europa dovrà avere «il coraggio di riforme incisive e coraggiose che sono rimesse al prossimo periodo». «Sarà compito poi delle istituzioni europee e dei governi adoperarsi perchè l’Unione sia protagonista nella vita internazionale recandovi il suo contributo che è essenzialmente di volontà di pace, di collaborazione e di stabilità. Non possiamo rimanere in una condizione in cui l’Europa e tutti suoi stati membri di conseguenza sono in realtà sovente spettatori di quanto avviene nella comunità internazionale anche di fronte a eventi di cui talvolta subiscono le conseguenze».

Cambiare il processo decisionale della Ue

Mattarella ha parlato dalla cerimonia per il ventesimo anniversario dell’adesione della Slovenia alla Ue. E da questo osservatorio centroeuropeo, crocevia di mille opportunità e di mille problemi, il capo dello Stato indica la “sua” agenda per l’Europa. «Sicuramente ci sono le riforme economiche, per avere finalmente dei campioni europei nei settori strategici. Ma soprattutto servono riforme di carattere istituzionale. La prima è la riforma delle modalità del processo decisionale dell’Unione, perchè i problemi si presentano velocemente e richiedono risposte tempestive, e chi le offre orienta con le sue scelte tutti nel mondo. La Ue non è in questa condizione, non è in condizione di assumere risposte tempestive ma i problemi non aspettano».

Indispensabile la difesa comune della Ue

La seconda riforma è quella della «Difesa comune dell’Unione che è indispensabile e non più rinviabile. Questa riforma non è un’alternativa alla Nato ma il rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza». La terza è quella del sistema finanziario dell’Unione «che va completato perchè oggi è monco e non può reggere a lungo e se crolla può travolgere anche le economie dei paesi membri».

L’aggressione della Russia e i valori della Ue

Dopo aver parlato con i presidenti di Slovenia, Austria e Ungheria, Mattarella ha fatto notare che «la condizione di alcuni paesi al confine con la terribile guerra provocata dall’aggressione russa all’Ucraina sarebbe ben diversa se non fossero saldamente parte dell’Ue. Si coglie così il valore delle scelte fatte a tempo debito, fatte tempestivamente, perchè la storia presenta sempre il conto delle occasioni perdute e poi sono i popoli a pagarlo, in seguito, a caro prezzo».

Anche «l’ingresso della Slovenia nelle istituzioni europee è stata una manifestazione di grande successo» ha continuato il capo dello Stato, ricordando l’impegno dell’allora presidente della Commissione Ue Romano Prodi. «Quell’Unione seppe essere saggia e coraggiosa, promuovendo, oltre al grande allargamento del 2004, anche una convenzione che propose un progetto di costruzione europea, poi non realizzato per l’opposzione di alcuni Paesi. Occorre oggi, perchè viene richiesto dagli eventi, un analogo spirito costruttivo di fronte alle sfide e alle minacce che abbiamo di fronte a noi».