“Luminoso spazio selvaggio”, il film dell’italiano Mauro Colombo in concorso agli HotDocs di Toronto, gli oscar del documentario
C’è una linea sottile che separa la vita dalla morte. Un confine con cui tutti siamo chiamati a confrontarci, fatto di dolori, di addii, di abbandoni e di domande che restano spesso senza risposte. Il documentarista Mauro Colombo ha intrapreso un lungo viaggio per incontrare chi questo confine lo abita, esplorando attraverso il loro vissuto lo spazio esteriore e interiore per tentare di dare una forma a queste domande, senza avere la pretesa di fornire risposte assolute.
È nato così “Wild Gleaming Space” (Luminoso spazio selvaggio, ndr), un documentario frutto di cinque anni di lavoro del regista italiano, che da anni vive e lavora a Panama. Il film è stato selezionato agli Hot Docs di Toronto, uno dei più prestigiosi festival del settore, dove verrà proiettato in anteprima mondiale il prossimo 1 maggio.
Dopo la morte di suo padre il regista, di rientro a Panama, si imbatte in un corpo senza vita su una strada nel bel mezzo della giungla. Cerca di rianimarlo con un massaggio cardiaco, la persona torna in vita per alcuni secondi e poi muore di nuovo. Di fronte a questa coincidenza Colombo intraprende un viaggio intimo verso territori inesplorati, cercando un dialogo con la morte: “Mi sono trovato di fronte a due corpi morti in pochi giorni. Questa particolare situazione mi ha portato a interrogarmi più profondamente su cosa rappresenti la morte per me – ci racconta il regista -. Questa domanda rifletteva il mio desiderio di esplorare attraverso un film documentario, la relazione tra noi e uno spazio che non sappiamo come definire e comprendere nella sua interezza”.
Colombo ha deciso di seguire una linea narrativa immaginaria, basata sull’associazione libera, che gli ha permesso di affiancare le esperienze insolite di diverse persone, unite da un confronto personale con una frontiera estrema: “Con il nostro film non vogliamo cercare risposte ma entrare in un’esplorazione intima dello spazio indefinito rappresentato dalla morte, stimolando un dialogo intimo con questo mistero della vita”.
Guidato dalla curiosità e da un profondo desiderio di comprensione, Mauro Colombo si immerge così in storie intime di persone che affrontano spazi estremi e indefiniti. Un eremita cieco in Italia guida le persone in lutto in ritiri silenziosi, un astrofisico in Cile studia i buchi neri, uno neuropsicologo studia la coscienza attraverso esperienze di quasi morte in Belgio, una musicoterapeuta in Spagna accompagna pazienti terminali, due donne indigene di Panama cercano il loro villaggio ancestrale perduto e sepolto sotto l’acqua quando è stato costruito il Canale di Panama, un acrobata francese uscito da un coma di un mese parla della sua esperienza mentre naviga nel Pacifico, una madre vuole mandare gli oggetti cari del figlio morto nello stratosfera.
“Wild Gleaming Space” è un documentario invita gli spettatori a riflettere sulle proprie percezioni delle frontiere fisiche e simboliche della vita e della morte, offrendo un’apertura a una comprensione più profonda nel contesto della perdita e dei misteri sempre presenti dell’esistenza.
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