Perché le coppie fanno sempre meno sesso? “Solo il 41,6% tra i 18 e i 40 anni lo fa almeno 2 volte a settimana”. Il consiglio dell’esperta: “Mettete quel momento in agenda”
Meno sesso tra le coppie. Sembra questa la tendenza che avanza negli ultimi anni nella vita a due e non sempre è sintomo di crisi o infelicità tra i partner. Eppure, la domanda di quante volte si dovrebbe fare l’amore perché una coppia possa dirsi soddisfatta ritorna periodicamente. E secondo l’ultimo rapporto Censis Bayer sul comportamento sessuale degli italiani tra i 18 e i 40 anni, solo il 41,6% degli italiani sessualmente attivi lo fa almeno due volte a settimana. Gli altri lo fanno una volta a settimana (27,7%), almeno una ogni tre o quattro mesi (21,2%), ogni cinque, sei mesi o più (3,9%). E poi ci sono quelli che non hanno rapporti completi e che rappresentano il 16,5% degli italiani divisi fra quelli che non hanno mai avuto rapporti sessuali (10,2%) e quelli che ne hanno avuti ma non completi (6,3%). Non è solo un fenomeno italiano, anche in altri Paesi la tendenza è analoga e, anzi, negli Usa, secondo lo studio americano General Social Survey, i numeri sono anche più bassi.
Ripartiamo allora dall’annosa domanda: è corretto stabilire qual è il numero di rapporti sessuali sufficiente per una coppia felice?
“No, non c’è un numero di rapporti prestabilito, perché la normalità è quella che viene definita all’interno della coppia”, ci risponde Roberta Rossi, Psicoterapeuta e sessuologa presso l’Istituto di sessuologia clinica di Roma. “Ci sono persone che ritengono sia normale e soddisfacente avere un rapporto al mese; mentre altre coppie considerano insoddisfacente averne tre-quattro a settimana. Anche perché il desiderio e la disponibilità cambiano nel tempo, in relazione a tanti fattori legati alla nostra fisiologia, ad aspetti psicologici o di relazione”.
Tuttavia, le ultime tendenze rivelano che molte coppie fanno meno sesso rispetto al passato, non necessariamente per problemi specifici.
“Sì è un trend che va avanti da un bel po’ di tempo. E le motivazioni sono diverse. Non ultima l’idea di pensare che la sessualità sia legata alla spontaneità del desiderio, questo in realtà deve essere in qualche modo guidato. Noi sessuologi diciamo che il desidero bisogna imparare a sollecitarlo”.
In che modo?
“Anche mettendo in agenda il giorno o il momento in cui ritrovarsi per fare l’amore”.
Questo però non rischia di diventare un approccio freddo, “burocratico”?
“Va fatto certamente senza togliere la bellezza di un rapporto intimo, ma come scelta di trovare uno spazio per il sesso tra le varie cose che le nostre giornate intense, piene di impegni e attività possono togliere. Anche perché, se aspettiamo che tutto avvenga spontaneamente, il rischio è che non accada niente e la coppia si logori, cadendo in una crisi senza che abbia cercato di invertire la tendenza”.
Quali sono i principali nemici del desiderio sessuale?
“Se partiamo dal punto di vista fisiologico, per esempio negli uomini, in seguito a forte stress, si può verificare una produzione eccessiva della prolattina che va a inibire la produzione del testosterone, l’ormone alla base del desiderio sessuale. Nella donna, si verificano variazioni ormonali dovuti a gravidanza, menopausa, ciclo mestruale che possono provocare un calo di desiderio. Se ci spostiamo sulle dinamiche psicologiche, ricordo che spesso il sesso diventa campo di battaglia per recriminazioni e piccole vendette. Della serie ‘mi nego all’altro per fargliela pagare’. In realtà a pagare è proprio la coppia. Ma a minacciare il desiderio sono anche altre situazioni di tipo sociale, come l’accudimento di un genitore anziano, l’impegno per un figlio o un’occupazione professionale che portano via molte energie, anche psicologiche”.
A questo punto come comportarsi?
“La coppia si deve fermare e domandarsi cosa sta succedendo. Chiedersi se c’è un calo di desiderio più generale; magari anche più semplicemente osservando se in una scena erotica di un film o la visione di un bell’uomo o bella donna non suscitano nessuna reazione di attivazione sessuale. A quel punto bisogna mettere in conto se ci siano situazioni più generali, come la presenza di ansia o depressione. Alle coppie che vengono in terapia consigliamo di aspettare almeno sei mesi dalla comparsa di un calo di desiderio, perché un periodo più breve potrebbe essere solo passeggero e risolversi da solo. In generale si suggerisce di fare delle analisi specifiche e in base a queste si decide per una terapia psicologica o sessuale, magari affiancata da farmaci”.
La diffusione di materiale pornografico molto accessibile può essere o meno un ostacolo al desiderio sessuale?
“L’esposizione frequente a stimoli eccitanti così forti, soprattutto negli uomini che sono i principali fruitori di questo materiale (ma anche le donne sono in aumento), può andare a limitare il nostro desiderio: non siamo più noi ad attivare quel meccanismo ma lo prendiamo da ‘altri’ comodamente, seduti davanti al nostro computer in maniera passiva. Per cui si può suggerire di diminuire il consumo di materiale pornografico e tornare a produrre in ‘casa’ le nostre fantasie sessuali”.
Come si vince la noia nella sessualità di coppia?
“Variando le portate di un pranzo! Fuor di metafora, smettiamo di pensare al rapporto sessuale che inizia e finisce sempre allo stesso modo. Sperimentiamo modalità diverse. Per esempio, non è detto che un rapporto debba sempre prevedere la penetrazione. Si può anche ricorrere alla masturbazione reciproca o al rapporto orale o altro che dia piacere: non sono rapporti di serie B. Aiuta variare anche ambiente, non solo la camera da letto, ma anche sul divano o altre zone della casa. Non ultimo, ritornare ad abitudini di quando si era più giovani, come fare l’amore in auto o andando in un hotel può essere coinvolgente. Insomma, bisogna portare delle novità nella coppia, anche con l’uso di sex toys o, perché no, guardando – questa volta insieme – un film erotico o pornografico”.
In due parole, che cosa rende la sessualità di coppia soddisfacente?
“La creatività e il pensare che la sessualità non si esaurisce soltanto nella stanza da letto, ma ancora prima, con gesti e ammiccamenti, un messaggino fatto in un certo modo o una parola detta per stuzzicare la fantasia del partner e accendere così il desiderio”.
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