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Апрель
2024

Fascismo e antifascismo, la lezione di storia di Mughini su Raitre spiazza la Bortone (video)

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È con la pacatezza dei modi e la forza delle argomentazioni mediate da uno sguardo che, tra coscienza critica e equidistanza intellettuale, Giampiero Mughini, ospite dalla Bortone, cala un pietoso velo sul clamore urlato e rivendicato in questi giorni da vip e intellettuali di sinistra che, dal Parlamento a Viale Mazzini, hanno gridato allo scandalo e con sollecitudine immolato sull’altare della propaganda quello che, sul caso Scurati, Marcello Veneziani ha mirabilmente definito «l’ultimo censurato immaginario di un regime fascista che non esiste»…

La lezione di storia di Giampiero Mughini da Serena Bortone

E così, nel salotto di Raitre, dove la giornalista di provata fede a sinistra è ritornata dopo il trasloco da Raiuno con il programma «Che sarà, ma senza raggiungere i fasti Auditel dei bei tempi della sua conduzione ad Agorà, sicuramente in una collocazione difficilissima come quella del sabato e della domenica sera all’ora della cena – dove la Bortone si barcamena con un 3.5 per cento di share. E dove il caos montato ad arte sul “caso Scurati” le ha dato la spinta al salto di sabato, lanciandola verso il 4.9 con la lettura del testo sul 25 Aprile tanto dibattuto – ci prova in tutti i modi a portare Mughini dalla sua parte. A fargli dire «cose di sinistra», avrebbe detto il Nanni Moretti dei bei tempi di Aprile…

Mughini, Bortone e la sinistra

Ma Mughini non cade sul terreno scivoloso, anzi: sfodera una lezione di storia, di stile, di eloquio e di onestà intellettuale, che lascia senza troppi argomenti la conduttrice all’ostinata ricerca di un contraddittorio che, alla fine, ha la meglio sulle intenzioni ostentate a fatica della giornalista. E allora, alla domanda sul suo tormentato rapporto con la sinistra, Mughini replica netto: «Avevo 20 anni, a 20 anni cosa volevi che facessi?». Così come, alla ricerca di un perché sulla sua delusione e revisione, il giornalista e scrittore catanese risponde emblematicamente: «Beh, sai, la mia generazione è quella da cui è nato il terrorismo rosso… E poi mi sono reso conto soprattutto che l’intero castello teorico, argomentativo, ideologico, su cui si reggeva la sinistra era stato fatto invecchiare dal tempo: il mondo era cambiato».

La domanda dalle cento pistole

Ma alla Bortone non basta. La giornalista nell’intervista non riesce a far cavalcare a Mughini la tigre dell’antifascismo a cui una sinistra perennemente a caccia di untori da stanare e imboscate mediatiche agli avversari, continua ad affilare artificiosamente gli artigli. E così spara la domanda dalle cento pistole: «Non ti riconosci più in nessuno dei cosiddetti valori della sinistra?». La risposta, anche in questo caso, è da antologia:  «Tengo molto ad essere una brava persona – risponde alla Bortone l’ospite intervistato –. È un valore della sinistra?»… La replica è tranchant. E non ammette scappatoie.

Un contraddittorio che spegne l’entusiasmo della Bortone?

Così alla Bortone non resta che scalare gli specchi in un’arrampicata che il suo interlocutore ha reso più che mai impervia. «Ma l’uguaglianza, per la dirla alla Bobbio? Non è un principio della sinistra?»… Anche in questo caso, la risposta di Mughini è da manuale: «Io penso che 45 milioni di persone di italiani siano 45 milioni di persone diverse, non uguali». Il giornalista disarma la Bortone, ma con garbo ed eloquio forbito e, soprattutto, con la forza delle argomentazioni e la lucida poliedricità dei ragionamenti.

Mughini: «Le braccia alzate a Acca Larenzia? Non mi scandalizzano per niente»

Allora la conduttrice tenta l’affondo finale: «Giampiero come vedi e come giudichi i “neri di oggi” e i “rossi” – ammesso che ce ne siano – di oggi?». Di solito sono macchiette dell’una e dell’altra parte – risponde Mughini –. Però sai, fare uno scandalo dell’altro mondo perché dinanzi alla sezione di Via Acca Larenzia, dove sono stati ammazzati come cani tre ragazzi sui 20 anni, ci sono i coetanei di quei ragazzi e altri più giovani che alzano il braccio, non mi scandalizza per niente…».

«Io starei alla sostanza delle cose…»

«Io sì», contro-replica sul pezzo la Bortone con sguardo più deluso che sorpreso. Ma Mughini le fa notare a sua volta: «E alla luce di quello che sappiamo sul comunismo sovietico?» (e mima il gesto del pugno chiuso ndr)… «Ma noi abbiamo avuto il fascismo», obietta l’intervistatrice. «Vero», conclude Mughini, ma non prima di aggiungere: «Ciò nonostante io starei alla sostanza delle cose…». E cala il sipario: il copione preparato per la puntata, però, è stato rivisitato e corretto alla luce della lezione di contro-storia che il giornalista ha offerto in tv. Ed è lecito pensare, non nel senso in cui avrebbe desiderato – o magari si sarebbe aspettata – la regia.

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