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Апрель
2024

Serena Bortone e i giornali di destra che parlano di flop del suo Che Sarà: ecco perché le cose non stanno così

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“Rischia di pagarla cara Serena Bortone. Il provvedimento disciplinare dicono sia pronto. ‘Che sarà’ potrebbe chiudere a fine stagione“, assicura il quotidiano Repubblica. Il caso Scurati, denunciato in pubblico dalla conduttrice sui social, ha letteralmente travolto il servizio pubblico. Alle prese con polemiche e con l’effetto boomerang, con i retroscena e anche con un post social della Premier Meloni.

Se il compenso dello scrittore, si parla di 1.800 euro, ha tenuto banco in fin dal primo minuto, ora le analisi si soffermano sui risultati auditel della trasmissione, c’è chi urla al flop per giustificare le possibili manovre dei vertici Rai. Bortone fino allo scorso anno conduceva con successo su Rai1 “Oggi è un altro giorno“, titolo che aveva raggiunto una media stagionale del 16% di share. Un programma ritenuto dai nuovi dirigenti sovranisti, secondo i vari rumors, “troppo di sinistra” e “troppo inclusivo”, da qui lo spostamento sulla terza rete e la decisione di puntare su un volto noto al pubblico di Rai1, Caterina Balivo che con “La Volta Buona” sta ottenendo ascolti in calo.

“L’azienda mi ha chiesto una cosa, io sono un sono un soldato dell’azienda e ho obbedito. Non ho scelto io”, dirà pochi mesi dopo la giornalista a “TvTalk“. Il suo “Che sarà” è in onda sulla terza rete per due giorni a settimana, il sabato dalle 20.15 alle 21.50 e la domenica dalle 20.00 alle 20.55. Contro il titolare dello spazio Massimo Gramellini, intanto sbarcato su La7, e contro Fabio Fazio che ha salutato la terza rete per sbarcare su Nove. Con la fetta di pubblico prima riservato a una sola rete, Rai3 con Gramellini e Fazio, ora divisa addirittura per tre reti. Numeri tiepidi e in salita fino ad arrivare alla maggiore stabilità sopra il 4% di share. Risultati che non permettono certamente di gridare al successo ma nemmeno al flop, ancora di più in una rete che nell’ultimo anno ha dovuto fare i conti con numerosi 2% e con l’uscita di scena di volti identitari.

“Nella vita si paga un prezzo per tutto, ma ci sono valori che per me sono irrinunciabili. In questo senso, non hanno prezzo”, ha dichiarato Bortone. Così urlare al flop, anche se il contesto e i numeri forniscono chiavi di lettura differenti, è il gioco del momento, soprattutto sui quotidiani vicini alla maggioranza di governo che azzardano paragoni (confrontando programmi in onda in fasce differenti) ed escludono l’effetto Scurati sul pubblico. Sabato sera “Che Sarà” ha ottenuto 900 mila spettatori con il 4,9%, sette giorni prima aveva ottenuto 582.000 con il 3,4%. La puntata domenicale ha incollato allo schermo 956.000 spettatori con il 5,1% di share. Bortone ha superato Gramellini, complice anche il traino inverso di “Report“, segnando una crescita rispetto alla settimana precedente di circa 400 mila spettatori e dell’1,8% di share.

“Io personalmente voglio molto bene alla Rai: ci sono nata, cresciuta, mi ha valorizzato e ho potuto fare tante cose belle. Vorrei continuare a farle con dignità e libertà”, ha aggiunto Bortone parlando al pubblico di Rai3. I provvedimenti arriveranno? L’azienda valuterà la chiusura del programma? La giornalista non è una collaboratrice esterna, ma una giornalista interna e questo porterebbe a una nuova collocazione, in video o senza. Ma lontano dal cavallo si muove il telemercato, ormai in fermento, da La7 a Nove fino a Mediaset: tutto è possibile.

L'articolo Serena Bortone e i giornali di destra che parlano di flop del suo Che Sarà: ecco perché le cose non stanno così proviene da Il Fatto Quotidiano.