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Апрель
2024

Un pubblico top al Rocco. ma la Triestina non risponde agli appuntamenti chiave

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Un pubblico top al Rocco. ma la Triestina non risponde 


agli appuntamenti chiave

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. La città che si identifica con la Triestina risponde sempre. Pazienza e voglia di partecipare sono quasi inossidabili. Dopo mesi di tribolazioni e di esilio l’Unione è tornata a giocare su un prato degno del Rocco. Gli occhi del presidente Ben Rosenzweig e del nutrito gruppo di suoi amici e abbienti investitori americani hanno potuto constatare che la cornice per un progetto ambizioso si fonda su basi solide.

Sabato pomeriggio nello stadio cittadino c’erano ben oltre 8 mila posti prenotati (dei 4 mila abbonati in molti disertano) per una partita che contava poco o nulla per la classifica ma che significava il ritorno in uno stadio che la città sente suo. Poi si potrà dire che ci sono state le promozioni con ingressi gratuiti o gli amici degli abbonati entrati a 1 euro ma se uno preferisce trascorrere il suo tempo in altro modo non ha che l’imbarazzo della scelta.

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E poi i papà con i figli, i nonni con i nipoti, i giovani e meno urlanti in curva ci sono stati sabato come in tutti questi anni, nonostante le delusioni a fine partita o nell’arco di un campionato. C’erano nei play-off e play-out della D, in quello di C contro il Palermo, e in questa stagione nella gara d’esordio (quasi seimila), in quella con il Vicenza (oltre settemila), nel derby con il Padova (tredicimila con il contributo dei veneti). Un patrimonio sul quale si può costruire ma che è necessario preservare.

Sul campo invece la Triestina contro il Novara ancora una volta ha dimostrato di non saper affrontare queste partite. Nella gestione della squadra di Attilio Tesser si era visto un salto di qualità anche se comunque i risultati non erano arrivati. Come il salto di qualità in questa stagione non è arrivato, tanto per stare in tempi più recenti, nell’esilio di Fontanafredda prima nel recupero con l’Atalanta (e non che quello con l’Alessandria sia stato per palati fini) e poi soprattutto con la Virtus Verona. Due partite che avrebbero potuto portare alla conquista della terza posizione ora acquisita dal Vicenza.

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La Triestina contro il Novara è stata impostata per garantire l’equilibrio più che per vincere la gara. Bordin ha approcciato il match con una punta e mezza (Lescano e El Azrak) con un esperimento che non ha dato frutti specie contro un avversario a sua volta molto coperto perché bisognoso di punti per evitare l’inferno della D o la giostra dei play-out.

Il tecnico alabardato ha ereditato un gruppo buono, e infatti il quarto posto non è mica da buttare, ma con alcuni limiti evidenti. C’erano anche quando l’entusiasmo alimentato dalla squadra di Tesser era imperante. Non solo per la stima umana per Attilio ma perchè il tecnico di Montebelluna era riuscito a ovviare alle lacune in difesa con un gioco verticale capace di esaltare non solo le capacità realizzative di Lescano e Redan ma anche gli inserimenti di Vallocchia e Celeghin. Fino a quando il gruppo ha retto sul piano fisico e mentale l’Unione ha collezionato 39 punti in 18 gare.

Sarebbero serviti degli aggiustamenti nel mercato di gennaio e invece davanti la squadra ha perso due elementi di peso come Adorante e soprattutto Finotto, spalla ideale di Lescano. In difesa nessuna correzione.

Scelte legittime orientate dalla società, già messa a dura prova anche dalla querelle del Rocco, e tradotte dai responsabili dell’area tecnica Menta e Donati. La sconfitta con il Padova, nonostante un’Unione in partita fino alla rete padovana, ha segnato la svolta.

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A Bordin, alla prima esperienza da primo allenatore nella terza serie italica dopo tante esperienze all’estero, va riconosciuto il merito di avere evitato la deriva. La società ha scelto in estate un allenatore espertissimo e poi ha virato verso un’altra opzione agli antipodi. Nei progetti a medio-lungo termine con capacità finanziarie di sostenerli può succedere. Adesso c’è una partita quasi inutile con il Padova. Ma i tifosi si aspettano che questo match sia onorato.

Poi si aprirà la pagina dei play-off da giocare senza assilli e sogni ma con quella determinazione ispirata ai valori sportivi che certamente è radicata anche nei professionisti ben pagati e soprattutto regolarmente come non sempre capita nel Belpaese.

Andare troppo avanti nella coda di campionato diventa un affare scomodo (a causa dell’eventuale concomitanza dei concerti al Rocco) per il Comune e in fondo anche per la società che sta stringendo accordi di valenza storica con le istituzioni. Ma quel che succede in campo ha una sua logica e una sua etica . E anche la pazienza dei tifosi non può essere infinita.