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Апрель
2024

Aldo Priore, nasceva un secolo fa il giornalista che correggeva bozze al Piccolo

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TRIESTE Quando Eugenio Montale chiamava la sua attività di giornalista il “secondo mestiere”, non voleva dire che fosse un’attività di ripiego, ma che la sua vocazione era la poesia. Forse molti hanno, come Montale, un secondo mestiere; certamente lo ha avuto Aldo Priore, per il quale la vita passata come correttore di bozze al Piccolo, all’epoca delle linotype e della stampa a inchiostro nella tipografia della sede di via Pellico e poi in quella di Campo Marzio, è stato il mestiere che gli ha dato di che vivere, ma la professione per cui si sentiva vocato, e che ha praticato come collaboratore della Terza pagina, prima al Piccolo e poi a Trieste Oggi, era quella di giornalista.

Priore, che il 29 marzo 2024 avrebbe compiuto cento anni, ha firmato nel corso di tre decenni centinaia di articoli di carattere culturale, spaziando tra letteratura, filosofia e storia, ma in particolare amava la poesia, tanto che a Umberto Saba, Virgilio Giotti e Biagio Marin ha dedicato altrettante monografie, uscite per l’editore Luglio nel corso del primo decennio degli anni Duemila. Era particolarmente legato a Saba perché doveva al poeta del Canzoniere l’assunzione al Piccolo.

Priore, che aveva il bernoccolo del giornalismo, negli anni Cinquanta lavorava a Napoli, al quotidiano ‘Roma’. Volendo entrare nel più prestigioso ‘Mattino’, si rivolse al direttore, Giovanni Ansaldo. Qui non c’è posto, gli disse Ansaldo, ma se te la senti di trasferirti al nord prova a chiedere al Piccolo. Ma le porte erano blindate, «il caporedattore voleva notizie e non letteratura», ricordava Priore, che nell’attesa di un lavoro fisso doveva mantenersi con ripetizioni e supplenze a scuola. Un giorno gli viene un’idea. «Perché non provare a intervistare Saba?». Priore sale in via Crispi, trova il poeta a letto “in un camicione più grigio che bianco, dal quale uscivano i piedi secchi come artigli”, ne raccoglie i lamenti, scrive un articolo che viene pubblicato sul Piccolo della Sera e finalmente entra al giornale.

Chino Alessi, il direttore, gli dà la buona notizia: sei assunto ma, spegne subito i suoi entusiasmi, come correttore di bozze. Per Priore il giornalismo diventa così il secondo mestiere. All’inizio segue anche lo sport, la domenica si reca sui polverosi campi dei dilettanti per raccogliere la cronaca delle squadre minori e in una di queste occasioni, è il 1962, tra i giocatori del Pieris nota un giovane mingherlino, piccolo di statura ma con una grande forza nelle gambe, che ha sulla maglia il numero otto e si chiama Fabio Capello. Anni dopo, scherzando, dirà che è stato lui a scoprire il futuro allenatore di Milan, Real Madrid e Inghilterra. Ma il suo interesse resta sempre la cultura; diventa un collaboratore fisso della Terza pagina e quando va in pensione dal Piccolo, nel 1990, comincia a collaborare col "neonato" Trieste Oggi, chiamato dal professor Bruno Mayer. Anche nel nuovo secolo, passata l’ottantina, non smette di leggere e di scrivere. Mettendo insieme gli articoli e gli appunti che aveva raccolto nel tempo, pubblica tre monografie su Saba, Giotti e Marin. Una trilogia, la definiva Priore, “semplice, democraticamente divulgativa, magari imperfetta ma che può riservare sempre qualche lieta sorpresa”. Vuole rivalutare Giotti, convinto che Trieste non lo abbia riconosciuto come doveva, e gli riconosce il merito di avere adottato il dialetto, elevandolo quasi al livello della lingua ufficiale. Di Saba ricorda quel primo incontro e si sofferma sulla omosessualità del poeta, della quale, a detta di Priore, non fece mai mistero; con Marin, “il poeta delle conchiglie”, chiude la sua trilogia sui poeti di frontiera. Negli stessi anni esce anche ‘Medjugorje. Per coloro che credono di non credere’, scritto in seguito ad alcuni pellegrinaggi compiuti nella località delle presunte apparizioni mariane. Un saggio dedicato a Giuseppe Prezzolini, che Priore incontrò e intervistò a Lugano, dove Prezzolini, autore molto amato da Priore, risiedeva negli ultimi anni di vita, giace ancora nel cassetto, in attesa di un editore. Aldo Priore è morto il 15 dicembre 2021. —