Croazia, Plenković a caccia di alleati per il suo terzo governo
ZAGABRIA. Sono iniziate in Croazia le consultazioni tra i partiti politici, dopo che le elezioni legislative dell’altro ieri hanno confermato l’Unione democratica croata (Hdz) del primo ministro Andrej Plenković come principale forza politica nel Paese, con il 34,4%, dei voti, ma senza una maggioranza assoluta per poter governare da sola. Il partito conservatore del premier, con una flessione di circa il 3% rispetto a quattro anni fa, ha ottenuto 61 seggi su 151 al Sabor, il parlamento di Zagabria, contro i 42 (frutto del 24,5%) della coalizione “Fiumi di giustizia” guidata dal Partito socialdemocratico (Sdp) e dal presidente della Repubblica Zoran Milanović, candidato de facto anche se il suo nome non figurava sulle liste elettorali (non avendo dato le dimissioni da capo di Stato).
I deputati necessari per governare
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Per arrivare ai 76 deputati necessari per formare il suo terzo governo consecutivo dal 2016, Plenković ha bisogno di almeno 15 deputati. Sicuramente potrà contare sull’appoggio degli otto rappresentanti delle minoranze nazionali che lo hanno sostenuto finora (e come rappresentante della minoranza italiana è stato riconfermato, per la decima volta e per pochi voti, Furio Radin). Il premier dovrà però cercare altrove i rimanenti 7 deputati. L’alleanza più probabile è con il Movimento patriottico di estrema destra (Domovinski Pokret, Dp), terza forza politica nel Paese con 14 rappresentanti. Nato nel 2020 proprio da una costola dell’Hdz, il Dp si è detto disponibile al dialogo, ma esige dal prossimo governo una virata nazionalista.
Il quarto partito più votato
Il quarto partito più votato è Most, formazione conservatrice e cattolica che in passato è stata alleata dell’Hdz. Most ha ottenuto 11 deputati, ma fin da mercoledì sera i suoi leader hanno assicurato che non intendono allearsi con l’Hdz. In quinta posizione, infine, ci sono i verdi di Možemo, che hanno raddoppiato i propri rappresentanti al Sabor passando da 4 a 10. Anche qui, però, un’alleanza con Plenković dopo un’intera campagna elettorale spesa a denunciarne la «corruzione» pare assai difficile.
La coalizione di governo
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Giovedì intanto, il primo ministro è intervenuto da Bruxelles per assicurare che la nuova coalizione di governo sarà formata in tempi brevi e si è poi lamentato per il comportamento dell’opposizione che continua a cercare di formare una maggioranza alternativa. «Dopo la chiusura delle urne nessuno si è congratulato con noi, i vincitori», ha detto Plenković: «Invito tutti gli attori politici ad abbassare i toni e a comportarsi come fanno tutti i politici delle altre democrazie quando finiscono le elezioni: ci si congratula con il vincitore e si prosegue con consultazioni. Non succede che chi non ha ottenuto la maggioranza inciti i piccoli partiti per mettere assieme una coalizione pseudo-nazionale contro quello che ha ottenuto più voti. Non funzionerà così, ve lo assicuro». Su Facebook si è espresso anche il presidente della Repubblica, Milanović che ha ricordato come la costituzione croata assegni il compito di governare il Paese a chi può provare di avere il sostegno di almeno 76 deputati in parlamento. «Due terzi dei croati vogliono un cambiamento», ha affermato Milanović, che si trova nell’inusuale posizione di dover concedere il mandato da premier al politico che gli porterà 76 firme, e di essere lui stesso a caccia di sostenitori.
In corso la gara tra Sdp e Hdz
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È in corso insomma una gara tra Sdp e Hdz a chi riuscirà prima a convincere la maggioranza dei parlamentari. Ieri il portale croato Telegram ha rivelato che il capo di Stato avrebbe già ottenuto il sostegno di 57 deputati, ovvero i 42 della “sua” coalizione, i 10 di Možemo e altri 5 provenienti partiti minori tra cui la Dieta democratica istriana (Ids). Quota 76 però è ancora lontana.
L’alleanza con la destra estrema
Nella corsa all’ultimo deputato, i retroscena e le analisi di ogni tipo si accumulano. L’Hdz finirà per allearsi con la destra estrema, che chiede di espellere i serbi dal governo ed esige che il presidente serbo Aleksandar Vučić paghi delle riparazioni di guerra? Oppure Plenković riuscirà a sedurre qualche deputato qua e là e ad arrivare alla soglia necessaria? O sarà l’Sdp a convincere Most e le minoranze per portare l’Hdz all’opposizione dopo otto anni? Nel campo socialdemocratico c’è chi vuole credere che un governo Milanović sia ancora possibile, mentre altri si lasciano andare a commenti amareggiati, come l’ex ministro dell’Interno socialdemocratico Ranko Ostojić che su Facebook cita Platone. «Vedi quei tre pastori, amico mio? Finché possono mettere in minoranza me e Socrate, e di conseguenza prendere decisioni, io non credo nella democrazia», ha scritto l’ex ministro.