L’alpino divide la città: «Esalta la guerra e le donne sono ignorate»
La statua dedicata agli alpini, cifra artistica di Ettore Greco e iconografia della penna nera, continua ad infiammare il dibattito cittadino.
«La scelta della giunta ci sembra critica da molti punti di vista, a cominciare dal luogo dove verrà collocata la statua: l’ennesimo spazio pubblico, intitolato a Tito Livio, è un’occasione mancata per dare spazio a figure padovane meno celebrate ma altrettanto importanti per la storia della città – sottolinea Federica Pasini, dell’associazione “Mi Riconosci”.
«In merito al soggetto del monumento, vorremmo far notare che secondo un’indagine di Ludovica Piazzi, solo lo scorso anno in Italia sono state inaugurate almeno 58 statue dedicate alle forze armate, di cui ben 17 agli alpini, in un paese che dovrebbe ripudiare la guerra per Costituzione. A Padova sembra che le statue calate dall’alto continuino a non destare alcun dubbio, mentre il processo partecipato per una statua femminile continua a restare lettera morta».
Niente donne, niente pace
L’assessore alla cultura Andrea Colasio ha assicurato più volte il suo impegno per onorare le donne con una figura padovana.
Si attende il bando, intanto sono stati recuperati i fondi, ovvero 100 mila euro, ma ad oggi non si conosce né il nome della donna che sarà celebrata, né il luogo.
«Quando si tratta di una statua di donna la commissione è ancora lì che pensa, soppesa, ripensa e le decisioni sono lunghissime – commenta Gianna Benucci, di Assopace – Se invece sono gli alpini, si fa tutto in quattro e quattr’otto. Per di più in un momento come questo, con la guerra in Ucraina, quella in Palestina e gli altri conflitti nel mondo. Poi parliamo di un alpino che imbraccia un’arma, potevano almeno scolpirlo mentre scavava la terra. Sono categorie militari che hanno fatto il loro tempo, basta con i simboli di guerra, servono simboli di pace».
La destre si schiera a favore
Ma c’è anche chi appoggia la scelta della statua. «Non esageriamo con il politicamente corretto. L’opera di Greco è molto attuale: un memento di ciò che è successo nel passato e che vogliamo non succeda mai più», commenta Lorenzo Innocenti, di Forza Italia.
Mentre la vicecapogruppo di FdI alla Camera Elisabetta Gardini entra in campo a gamba tesa: «Qualche sprovveduto ignorante vorrebbe togliere il moschetto a una statua che celebra la memoria di chi ha onorato la patria».
«Penso che chi si oppone all’installazione dell’opera si stia coprendo di ridicolo. I quaquaraquà che protestano non capiscono i tradizionali valori di cui gli alpini sono testimoni: onestà, solidarietà, forza spirituale, amore per la bandiera e la patria. Solidarietà al sindaco, vada avanti».
Duro anche il senatore Udc Antonio De Poli: «Una polemica stucchevole e priva di senso: gli alpini sono i veri costruttori di pace e di fronte al loro sacrificio ciascuno di noi dovrebbe tenere un atteggiamento di grande rispetto. Sono ipocrite e insensate le critiche di certi falsi pacifisti»