Nell’inferno di Gaza l’emergenza rifiuti provoca danni alle persone e all’ambiente
Nella terribile situazione umanitaria di Gaza fatta di morte, distruzione, mancanza di cibo e cure mediche, c’è anche l’emergenza rifiuti. Più di 1,7 milioni di palestinesi costretti a fuggire dalle loro case oltre a quelli sfollati in ondate successive nei governatorati meridionali, vivono in tende di fortuna o rifugi temporanei tra mucchi di spazzatura non raccolta, in una situazione che si preannuncia come un’incombente crisi ambientale e di salute pubblica. Il problema della gestione dei rifiuti solidi a Gaza è diventato un’emergenza per la quale sono urgentemente necessarie assistenza e soluzioni.
A denunciarlo è il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) secondo cui se la questione dei rifiuti solidi, compresi i rifiuti sanitari, non viene adeguatamente affrontata e risolta aggraverà le sofferenze della popolazione e avrà implicazioni pesanti per la salute pubblica. I rifiuti, secondo gli esperti, contamineranno i terreni e la falda acquifera poiché gli inquinanti penetrano nel suolo, con conseguenze a lungo termine.
L’agenzia dell’Onu rileva come già prima del 7 ottobre Gaza affrontava problemi di gestione dei rifiuti, producendo l’incredibile cifra di 1.700 tonnellate di rifiuti al giorno che venivano riversati in due sole discariche principali. Prima della guerra, 3,9 milioni di tonnellate di rifiuti venivano smaltiti nella discarica principale di Johr Edeek, nel nord del Paese, e i rifiuti accatastati erano alti da 20 a 35 metri dal suolo. La discarica ha funzionato oltre la capacità per anni e i rifiuti venivano spesso bruciati a causa della mancanza di risorse, sollevando crescenti preoccupazioni per gli effetti dannosi per l’ambiente e la salute.
Nella Striscia, sottolinea l’Undp, il numero di veicoli per la raccolta dei rifiuti solidi è diminuito da 112 a 73 tra il 2017 e il 2022 perché la maggior parte di questi mezzi erano obsoleti e di qualità e quantità insufficiente per le esigenze, con un veicolo che serviva 21.000 abitanti e un netturbino che serviva 3.343 abitanti. La guerra ha causato ulteriori danni, paralizzato le infrastrutture vitali per la raccolta dei rifiuti e aggravato una situazione già disastrosa.
L’Undp ha dunque messo in campo un’iniziativa per sostenere il Joint Solid Waste Management Services Council (Jsc-Krm) nei governatorati meridionali di Rafah, Khan Younis e Middle Area che prevede la distribuzione di carburante e l’impiego di lavoratori per supervisionare le operazioni di raccolta dei rifiuti.
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