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Апрель
2024

I lavori, il collaudo e l’esplosione: cosa si sa della strage nella centrale Enel di Bargi

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I lavori, il collaudo e l’esplosione: cosa si sa della strage nella centrale Enel di Bargi

Da quasi un anno la centrale di Bargi era interessata da importanti lavori di manutenzione. Interventi quasi terminati e martedì era in corso proprio il collaudo del secondo gruppo di generazione: “Quello del primo gruppo era già terminato nei giorni scorsi”, ha spiegato Enel Green Power, ente gestore della centrale idroelettrica più potente dell’Emilia-Romagna. Subito […]

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Da quasi un anno la centrale di Bargi era interessata da importanti lavori di manutenzione. Interventi quasi terminati e martedì era in corso proprio il collaudo del secondo gruppo di generazione: “Quello del primo gruppo era già terminato nei giorni scorsi”, ha spiegato Enel Green Power, ente gestore della centrale idroelettrica più potente dell’Emilia-Romagna. Subito dopo pranzo, intorno alle 14.30, la turbina emette uno strano rumore, poi l’esplosione: le fiamme avvolgono i locali, parte del solaio crolla e da un tubo refrigerante della turbina comincia ad allagare gli ambienti. L’esplosione investe 15 operai.

L’incidente è avvenuta al piano -8, a quasi quaranta metri sotto il livello del lago di Suviana, e immediatamente causa l’allagamento del nono piano sotterraneo. Come si legge sul sito progettodighe.it la centrale di Bargi è del tipo “a pozzo“. Costruita nel 1975, “al primo piano sotterraneo si trova il piano delle riparazioni, da qui partono i pozzi verticali, che arrivano sul fondo della centrale”, proprio al piano -9. L’impianto è inserito nel piano di riaccensione della rete nazionale in caso di black out ed è in grado di erogare la sua massima potenza nel giro di 4 minuti. Nel maggio del 2019 Enel Green Power rendeva noto di essere stata la prima azienda al mondo ad avviare un nuovo modello di manutenzione predittiva per gli impianti idroelettrici: cioè – si legge sul sito dell’azienda partecipata – “un insieme di operazioni che consentono di prevedere quando una particolare macchina o attrezzatura inizia a guastarsi”.

I complessi lavori di ammodernamento erano stati programmati più di un anno fa: la revisione del “Gruppo 2” di produzione riguardava – tra le altre cose- la valvola rotativa, l’adeguamento del sistema oleodinamico, la sostituzione dei quadri elettrici. Impegnati nei lavori aziende e operai specializzati. Enel Green Power fa sapere che “aveva contrattualizzato i lavori di efficientamento con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith“. “Per fare questi lavori di aggiornamento tecnologico di fornitura, montaggio e collaudo, avevamo scelto tra le migliori ditte, le migliori società nel campo dell’elettrico e dell’idroelettrico“, sottolinea Salvatore Bernabei, ad di Enel Green Power.

Qualcosa però va storto e l’esplosione coinvolge 15 operai. In 8 vengono riportati in superficie: 5 di loro sono feriti gravi, 3 invece sono già morti (hanno dai 36 ai 74 anni). All’appello ne mancano ancora quattro: gli operai intrappolati hanno fra i 37 e i 68 anni. I soccorritori lavorano in una “situazione molto difficile”: l’acqua continua a salire, la visibilità è quasi nulla e ci sono tanti rischi per i vigili del fuoco e i sommozzatori impegnati.

Le cause dell’esplosione non sono ancora chiare. “È un incidente di dimensioni enormi, anche imprevedibile. Si trattava di un collaudo di un impianto rinnovato, efficientato fatto da imprese a livello internazionale altamente specializzate. Era alla parte finale, i lavori erano finiti ed era la consegna dei lavori fatti e conclusi. Bisognerà capire quali sono le cause con le indagini”, ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

“Adesso è il momento della ricerca, poi sarà il momento di capire che cos’è successo”, ha commentato il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato: “In questa fase stiamo cercando di capire che cos’è successo – ha aggiunto – faremo un’iscrizione di natura tecnica del fascicolo nei prossimi giorni per eseguire gli accertamenti urgenti che sono in primo luogo quelli sulle salme, verificheremo se è necessario o no procedere alle autopsie e poi dopo faremo gli approfondimenti”. Insomma, “dovremo capire quello che è successo e successivamente porremo le domande conseguenti”.

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