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Апрель
2024

Sinner portabandiera olimpico? Magari un’altra volta… eppure si potrebbe fare-

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Klaus Dibiasi ha come si suol dire in gergo ciclistico “tirato la volata” a Jannik Sinner nella corsa alla designazione del portabandiera italiano per la cerimonia di apertura della trentatreesima edizione dei Giochi Olimpici, che avranno luogo a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto. Sulla Gazzetta di giovedì 4 aprile il leggendario tuffatore tre volte medaglia d’oro (1968,1972 e 1976) indica il nome del suo conterraneo come una imperdibile opportunità per il movimento olimpico.

Ovviamente l’ipotesi è ricca di fascino in quanto metterebbe i colori italiani nelle mani di un atleta che sta scalando rapidissimamente le vette di una popolarità globale, quella di cui gode il numero uno (Sinner ancora non lo è nei numeri, ma di fatto viene percepito come tale e la Race, comunque, lo indica nettamente al vertice). Jannik è visto da Dibiasi come una occasione unica per coniugare la risonanza mondiale del tennista altoatesino e delle sue vittorie mai ottenute prima di lui, con i valori che lo stesso professa e che lo hanno definito un esempio positivo per tutti. Dibiasi invita quindi chi dovrà decidere in merito ad andare oltre alla regola non scritta ma sempre vista di buon occhio nell’ambiente di assegnare l’onore a un atleta che già ha vinto in precedenza una medaglia d’oro.

La regola dei Giochi

Il tennis è riapparso alle Olimpiadi nel 1988, dopo che quattro anni prima a Los Angeles entrò nella bizzarra e un po’ ipocrita formula di “sport dimostrativo”; I tornei di singolare vennero vinti da Miloslav Mecir e Steffi Graf. Da allora in ben venti casi un tennista ha aperto l’ingresso della propria delegazione sulla pista: nel 1988 iniziò la diciottenne Gabriela Sabatini. I nomi più prestigiosi sono quelli di Roger Federer (due volte, Atene 2004 e Pechino 2008) e Novak Djokovic (Londra 2012), ma ricordiamo anche Maria Sharapova (Londra) e Stan Wawrinka (Londra, terza edizione tennistica consecutiva per la Svizzera).

I precedenti ci sono e mostrano come la suggestione dell’asso “globale” sia sicuramente golosa, considerando oltretutto come ormai tutti i campioni della racchetta professino grande entusiasmo nel gareggiare per la propria nazione. Sempre nella giornata di giovedì l’autorevole intervento del presidente del CONI Giovanni Malagò ha voluto però ricordare quali sono le “buone pratiche”, le consuetudini che orientano le scelte della figura in questione.

Sinner? Sta riscrivendo la storia. Siamo prima di tutto orgogliosi del suo atteggiamento oltre che dei suoi risultati sportivi. Da subito il Coni, ma in generale tutto l’ambiente sportivo, è felice nel leggere e sentire questa sua voglia di fare bene a Parigi. C’è un elemento che fa capire la sua intelligenza, perché anche il torneo più prestigioso, che sono i 4 slam, ci sono tutti gli anni, mentre i Giochi arrivano una volta ogni 4 anni; quindi, devi essere in forma in quel determinato momento. Questi sono i concetti espressi dal presidente, ripresi dal Corriere dello Sport, che poi aggiunge: “il mondo dello sport apprezza che ci sia una regola non scritta che chi ha vinto un oro olimpico rappresenti il Paese. Poi non dimenticate che ci sono anche i portabandiera della cerimonia di chiusura, non sottovalutate questo”.

Le parole della carica più alta del Comitato Olimpico, proprio per la loro provenienza, paiono indirizzare chiaramente il tipo di scelta: in questo senso i nomi più indicati sembrano essere quelli del nuotatore Gregorio Paltrinieri, che vanta tre medaglie, una per ogni metallo, unita a sei ori mondiali e undici europei, e del saltatore in alto Gianmarco Tamberi, oro a Tokyo 2021, una volta campione mondiale e due continentale. Malagò si sfila con una certa destrezza dalla questione indicando la soluzione di ripiego della cerimonia di chiusura, ugualmente spettacolare ma certo meno attesa di quella inaugurale.

E anche difficilmente percorribile nel caso di Sinner: il torneo olimpico termina infatti il 4 di agosto, due giorni prima dell’inizio del Master 1000 di Montreal, torneo che Jan ha vinto nel 2023 (a Toronto) e a cui non vorrà certo mancare. Scartato quindi subito il piano B presidenziale (al quale sembra difficile pensare che lo stesso Malagò creda davvero) rimangono alcune considerazioni che possono spingere la candidatura del campione di Melbourne.

Perché si potrebbe pensare a Sinner portacolori

Abbiamo avuto anche portabandiera senza oro: nel 2000 a Sydney il vessillo fu retto da Carlton Myers, popolarissimo asso del basket italiano, mentre nell’edizione invernale di Torino 2006 il ruolo fu concesso alla pattinatrice Carolina Kostner, allora diciannovenne. Inoltre, nell’ultima edizione il posto in prima fila fu assegnato a due atleti, Jessica Rossi ed Elia Viviani, olimpionici di Tiro a Volo e Ciclismo; lo spazio per un medagliato potrebbe essere comunque assicurato nel caso il secondo nome fosse quello di Sinner.

Non dovrebbe essere difficile per gli organizzatori da ultimo ovviare al problema dell’impegno ravvicinato, essendo il kick off del torneo di tennis fissato per sabato 27 luglio, il giorno seguente la cerimonia. L’eventualità non va sottovalutata se ricordiamo il precedente di Federica Pellegrini, che a Londra dodici anni or sono non diede la propria disponibilità a sfilare poiché impegnata nella mattina successiva alla cerimonia nei 400 stile libero. Il primo match di Sinner potrebbe essere così fissato per domenica, dando al tennista il giusto giorno in più di preparazione.

Cosa ci si deve aspettare? Come detto per ora non sembra ci sia la volontà di operare uno “strappo” alla regola, in ossequio forse alla necessità di tenere in considerazione i Giochi come il momento più importante per discipline magari non popolari come il tennis ma che hanno scritto la storia del nostro medagliere (ciclismo e tiro a volo contano quasi cento medaglie per l’Italia). Vedremo se alla regola aurea che vuole esaltare la storia italiana alle Olimpiadi si vorrà affiancare la figura di uno sportivo che deve ancora esordire nella manifestazione ma che nel frattempo riempie le copertine dei settimanali ormai in ogni angolo del mondo.