Ancora crudeltà sugli animali: massacrano un riccio a bastonate e sediate e postano il video. Denunciati tre ragazzini
Hanno ucciso un riccio per divertimento. O forse per noia. Magari per un insano senso di sfida alla natura. Sicuramente in spregio della vita e del rispetto di un animale indifeso. Oggi, individuati i responsabili, sono stati denunciati tre minori, presunti autori della mattanza. Sono tre ragazzini, che nel giugno del 2022, mentre girovagavano in un parco pubblico, hanno improvvisato il massacro del malcapitato animaletto, entrato malauguratamente nel loro campo visivo, e preso a bastonate e colpito a sediate. Per questa agghiacciante vicenda che risale al 2022 – ma l’orrore che trasuda resta immutato nel tempo – due minorenni e un diciottenne, minore all’epoca dei fatti, sono stati denunciati dai carabinieri di Rivoli.
Torino, uccidono un riccio a bastonate e sediate
Non solo. Dato che come molti analoghi precedenti e episodi successivi a quest’ultimo caso rimbalzato ai disonori della cronaca continuano a dimostrare, non c’è fine allo sfregio e alla crudeltà gratuita sempre più spesso riversata su animali indifesi da parte di ragazzini annoiati o semplicemente fuori controllo, le immagini della mattanza erano state puntualmente registrate e documentate integralmente con degli smartphone. E il video dell’orrore diffuso largamente sulle pagine social. Uno scempio gratuito pure ostentato sul web, che ha indotto un’associazione per il recupero e la salvaguardia animale del cuneese a sporgere una formale denuncia querela.
La mattanza del riccio in un parco pubblico: denunciati tre minori
Così, nel corso delle indagini preliminari, i militari dell’Arma hanno potuto ricostruire un quadro probatorio delineante gravi indizi a carico dei tre giovani ai quali, una volta individuati, sono stati notificati gli avvisi di garanzia e di conclusione indagini preliminari, emessi dal Tribunale per i Minorenni di Torino. E ora dovranno rispondere del reato di uccisione di animali in concorso. Una vicenda che, al di là delle implicazioni giudiziarie che comporta, ha suscitato sconcerto e indignazione per il potenziale di folle crudeltà che racchiude, per quel ennesimo, sconcertante riscontro sulla banalità del male.
Il terrificante precedente della capretta massacrata e uccisa
Una violenza indicibile e gratuita esercitata su poveri animali, quella che la cronaca registra sempre più spesso. Una ferocia elevata al quadrato dal gesto ormai consueto di rivendicarne provenienza e copyright sui social, postandone sequenze e esiti. Non è un caso se questa vicenda del massacro del povero riccio richiama molto da vicino quello della brutale uccisione di una capretta avvenuta nell’estate del 2023: un altro episodio che suscitò lo lo shock e la reazione indignata di media e opinione pubblica. Un precedente di cui, tra gli altri Vittorio Feltri, denunciò la gravità lanciando l’allarme su un possibile “rischio escalation”.
L’allarme (confermato dalla cronaca) di una inquietante escalation
«Se non curiamo questa malattia – disse in quella drammatica circostanza il giornalista – saremo costretti ad assistere ad una escalation di brutalità. La tortura ad un animale non è meno grave di quella inflitta ad un essere umano – scrisse all’epoca dei fatti il direttore editoriale di Libero –. Perché essa rappresenta un segnale che la società (le famiglie in primis) non deve ignorare». Parole che ci sentiamo di dover condividere nuovamente. E rilanciare obbligatoriamente.
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