Traffico di ossicodone da Pavia agli Usa, la procura chiede il giudizio immediato per i sei arrestati
Pavia, la procura ha chiesto il giudizio immediato per i sei arrestati (ancora in carcere o ai domiciliari) coinvolti nell’indagine sul traffico di ossicodone verso gli Usa. Le indagini hanno mostrato che le pastiglie erano nascoste in bambole o suppellettili per la spedizione.
L’ossicodone è un oppioide usato come antidolorifico e stupefacente, più potente della morfina: negli Usa fa 100mila morti l’anno, paragonabile al Fentanyl che ha ispirato la serie tv “Painkiller” su Netflix
La vicenda
Rubavano le ricette in ospedale, compravano in farmacia le pillole di ossicodone e poi le esportavano verso gli Stati Uniti. Le sei persone erano state arrestate con l'accusa di aver creato una rete internazionale di esportazione negli Stati Uniti di ossicodone.
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Le indagini, iniziate nel maggio 2022, sono state eseguite dai carabinieri di Pavia e del Nas di Cremona, diretti dalla Procura di Pavia. Dall'inchiesta è emerso che la banda rubava ricettari e timbri medici da diversi ospedali (a Bergamo, Lodi, Milano, Voghera oltre al San Matteo di Pavia), per poi falsificare le prescrizioni mediche, presentandosi in almeno 55 farmacie in Lombardia per richiedere il farmaco OxyContin, contenente appunto il principio attivo dell'ossicodone.
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I carabinieri hanno analizzato circa 10mila ricette concludendo che più di 500 erano state falsificate dalla banda. Gli investigatori hanno accertato la spedizione negli Usa di oltre 20.000 pastiglie per un guadagno di un milione e 600mila dollari e un danno erariale causato allo Stato italiano di 65mila euro. L'ossicodone veniva infatti ottenuto gratuitamente nelle farmacie italiane, grazie alle false ricette, e poi venduto al dettaglio come stupefacente a 80-100 dollari per una pastiglia di 80 mg.
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