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Апрель
2024

La nuova palestra di Saonara sarà intitolata a Giulia Cecchettin

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Con una emozione silenziosa, priva di clamore ma carica di rispetto, Saonara ha accolto martedì sera Gino Cecchettin, venuto a presentare il libro “Cara Giulia” (Rizzoli) proprio nel paese dove sua figlia è cresciuta. I posti a sedere nella sala civica “Sandro Pertini”, che ha ospitato l’incontro, erano già esauriti ben prima delle 18.30, orario previsto per l’inizio della presentazione, tanto che si è deciso di cominciare con qualche minuto di anticipo; ma il pubblico, in massima parte composto da donne, ha continuato ad assieparsi in piedi lungo le pareti e il fondo della sala.

L’iniziativa rientrava nella rassegna culturale “Di martedì-Incontri con l’autore” curata dalla giornalista Valentina Berengo, che ha condotto la serata di ieri intervistando oltre a Gino Cecchettin anche lo scrittore Marco Franzoso, coautore del libro. «Sento molto vicino questo paese», aveva detto Gino Cecchettin poco prima di cominciare l’incontro, «Saonara è un po’ il nostro paese adottivo, e mi è molto caro perché qui miei figli sono andati a scuola, e qui riposano Giulia e mia moglie Monica. Sono molto contento che i cittadini di Saonara mi abbiamo invitato».

Quella di martedì sera in sala civica è soltanto una delle iniziative che il Comune di Saonara ha deciso di dedicare alla sfortunata ragazza, uccisa lo scorso 11 novembre per mano del suo ex fidanzato; porterà infatti proprio il nome di Giulia la nuova palestra che sta sorgendo nei pressi di via Bachelet. «Una palestra non è solo un luogo dove si fa sport, ma è anche uno spazio di crescita personale e collettiva, dove si apprendono valori importanti», ha spiegato il sindaco Michela Lazzaro. «Proprio per questo l’amministrazione comunale ha voluto questa intitolazione, che riveste un importante valore simbolico».

In sala non sono mancati i momenti di commozione, soprattutto alla lettura di alcuni toccanti passaggi del libro. «Una delle tante cose che Giulia mi ha insegnato è stato far del bene per gli altri», ha detto tra l’altro Gino Cecchettin, in alcuni momenti visibilmente emozionato «Nella mia vita ho sempre fatto il mio dovere, ma dopo la morte di mia figlia mi sono accorto che dovevo andare oltre a questo; mi sono chiesto cosa avrebbe fatto Giulia al mio posto e da lì ho preso ispirazione per iniziare questa battaglia contro la violenza sulle donne, che è una battaglia soprattutto per la libertà delle donne di essere se stesse».

Verso la fine dell’incontro è stato anche affrontato il tema, molto spinoso, dell’odio e del perdono. «Io non provo sentimenti di odio o di rabbia», ha detto ancora papà Gino, «però perdonare mi risulta difficile, perché a me è stato tolto veramente tanto. Forse non ho ancora i mezzi per farlo, e magari un giorno arriveranno: ma per il momento non lo so. Le critiche che ricevo da chi vorrebbe che vivessi il mio dolore in silenzio non mi toccano, perché ho intrapreso questo percorso proprio per rendere omaggio a mia figlia. Con i proventi del libro creeremo la “Fondazione Giulia” contro la violenza e il femminicidio: e se grazie a ciò salveremo anche una sola donna, avremo già fatto molto. Gli altri che parlino pure». —