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Апрель
2024

Spettacoli dal vivo, in Veneto pochi finanziamenti rispetto alle domande. E le piccole compagnie rischiano di morire

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Cinquecento mila euro per gli spettacoli dal vivo in Veneto, provenienti dalla legge quadro 17 sulla cultura. E altri 450 mila dalla legge 49, ribattezzata sarcasticamente dall’opposizione la “legge del presidente”, che vede convivere stanziamenti per sagre e spettacoli teatrali, per presepi e concerti. Il totale, in ogni caso, non raggiunge il milione di euro.

Quando, per fare un esempio vicino a noi, l’ammontare delle risorse stanziato dall’Emilia-Romagna è di 26,2 milioni di euro. Difformità che in questi giorni ha sollevato critiche da operatori del settore e opposizione in Consiglio regionale.

«Ma stiamo investendo sulla cultura» assicura l’assessore Cristiano Corazzari, «Il Veneto vede investimenti pubblici inferiori a quelli delle altre Regioni perché il nostro sistema è più efficiente: stanziando meno risorse, riusciamo comunque a offrire una programmazione di altissima qualità». Risponde alle associazioni culturali che contestano al Veneto la posizione da fanalino di coda nell’erogazione dei fondi per gli spettacoli dal vivo.

«Non che le risorse ai “colossi” manchino – precisa Pierluigi Cecchin, vicepresidente di Agis, l’Associazione generale italiana dello spettacolo – ma, quando tagli il sottobosco, la foresta muore».

I contributi ai grandi

E la foresta è data da 1,6 milioni di euro di partecipazione annuale e un milione di contributo straordinario al Teatro Stabile, dal milione per il circuito Arteven, dai 400 mila euro alla Biennale, dai 280 mila all’Opv, dai 150 mila al Comunale di Vicenza, dai 120 mila alla Filarmonica, dai 100 mila al Teatro Olimpico. «Capitoli di bilancio extra legge 17» precisa Corazzari.

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Il caso della Zelda

Poi c’è il sottobosco. Quello di cui fa parte Filippo Tognazzo di Preganziol, che è stato costretto ad aprire due sedi della sua compagnia teatrale “Zelda” in Trentino e in Friuli-Venezia Giulia. «Perché il lavoro va dove ci sono le risorse» spiega.

La sua compagnia dà lavoro a 35 professionisti tra ballerini, scenografi e musicisti. «In Veneto, per due volte abbiamo chiesto finanziamenti tramite la legge 17. Ed entrambe le volte siamo risultati idonei, ma non abbiamo ricevuto un euro». Perché i soldi erano finiti.

La legge 17 è specificamente dedicata al finanziamento delle attività culturali. Ma le risorse che mette a disposizione sono insufficienti a coprire l’intero fabbisogno.

Gli esclusi

«L’anno scorso sono rimasti esclusi dal finanziamento sullo spettacolo dal vivo moltissimi tra Comuni, compresi quelli di Treviso e Padova, e soggetti culturali. Rispetto alle domande arrivate, mancavano più di 700 mila euro» fa presente la consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo), «Grazie alla battaglia fatta in sede di variazione di bilancio, siamo riusciti ad aggiungere 300 mila euro, salvando qualche escluso. Ma non possiamo andare avanti con le briciole».

La legge 49, con la quale l’anno scorso sono stati stanziati più di 1,3 milioni di euro, rappresenta proprio il “borsello” al quale gli esclusi cercano di attingere, ritrovandosi però a sfidare soggetti che dovrebbero giocare in altri “campionati”.

Qualche esempio, relativo all’anno scorso: i 7 mila euro dati alla Festa del bacalà alla vicentina di Sandrigo (Vicenza), i 10 mila alla Fiera del folpo di Noventa padovana, gli oltre 15 mila alla Festa dell’uva e del vino di Vo’. Ma anche i 17 mila e oltre alla Rassegna internazionale “Presepi nel mondo” di Verona e gli oltre 30 mila alla Vittorio-Veneto Cansiglio.

Un bel tesoretto, quello di una legge che soltanto di recente è stata modificata con la previsione di criteri più stringenti, e che vede il finanziamento di buonissima parte dei progetti che chiedono risorse: soltanto il 17% rimane escluso.

Altra storia è invece quella della legge 17 – questa sì, per la sola cultura –, che vede l’esclusione dell’80% delle domande. Si pensi all’associazione Bartolomeo Cristofori, che aveva chiesto 14 mila euro per l’organizzazione di un festival pianistico internazionale, ma ne ha ottenuti appena 5. 406, per l’esaurimento dei fondi.

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La proposta

«Anche nell’ultimo colloquio con Corazzari, abbiamo chiesto che lo spettacolo professionale sia finanziato con la sola legge 17, che va dotata di più risorse» fa presente Franco Oss Noser, presidente di Agis, «E invece i soldi sono pochi e gestiti male. Spalmati su due leggi, non consentono al settore di fare programmazione».

E l’assessore, va detto, non si tira indietro di fronte alle polemiche.

«Il nostro impegno sulla cultura è confermato dalle risorse destinate con la manovra di bilancio» premette, «La legge 17 ha una dotazione di quasi 3 milioni, di cui 500 mila per lo spettacolo dal vivo. Capisco quello che da tempo dicono le associazioni: hanno ragione e faremo in modo che il mondo culturale possa trovare risorse sufficienti in quella legge, e non nella 49, che è molto più ampia. È una priorità del mio assessorato».