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Март
2024

Sopravvissuta alla Shoah: «Nel Silos di Trieste mi sono ritrovata a Birkenau»

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TRIESTE «Vedere il Silos mi ha sconvolta: mi sono ritrovata a Birkenau». Tatiana Bucci, fiumana sopravvissuta alla Shoah, ricevuta venerdì insieme alla sorella Andra nel Salotto azzurro del Municipio dal sindaco Roberto Dipiazza e dal consigliere comunale Stefano Bernobich, ha ricordato così la visita al Silos dello scorso dicembre, per la prima volta dopo la tragica deportazione, il 29 marzo del 1944, su un convoglio diretto ad Auschwitz. «Ho trovato una sorpresa che non mi aspettavo. L’Europa deve fare qualcosa per queste persone che abbandonano la loro terra per una vita migliore».

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Anche le due sorelle di origine fiumana Andra (1937) e Tatiana (1939) furono, infatti, costrette – dopo i dieci mesi trascorsi a Birkenau – a lasciare la città natale per la fine della guerra. Si fermarono a Trieste fino al 1954: «Non è la nostra città natale – hanno detto le sorelle – ma è la nostra città». Città di vita ma anche di momenti drammatici: arrestate a Fiume il 28 marzo 1944, furono trattenute alla Risiera di San Sabba prima della partenza per Birkenau dove sopravvissero, scambiate per gemelle suscitarono interesse per gli esperimenti condotti da Mengele.

«Abbiamo avuto la fortuna di rimanere vive», ha raccontato Tatiana. E poi una guardiana, hanno riferito le sorelle, le protesse, ascoltarla le salvò. «Chi vuole raggiungere la sua mamma?», era la domanda letale che le Ss ponevano ai bambini per portarli alla morte. Le sorelle Bucci rimasero impassibili su consiglio della guardiana. Il pensiero che la madre fosse già morta, hanno detto le due sopravvissute, era presente per l’onnipresenza della morte nel campo; solo più tardi scoprirono che era stata portata in un campo di lavoro in Germania.

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«La vita ha voluto che le cose andassero meglio per noi. Parlarne resta sempre un dolore: la memoria va alle persone che non ci sono più, in particolare a Sergio e ai diciannove bambini uccisi negli esperimenti», ha riferito Tatiana. Dramma della Shoah ricordato anche dal sindaco di Trieste «a partire dalla promulgazione delle leggi razziali nel 1938 in piazza Unità d’Italia» senza aggiungere commenti al «rancore» delle sorelle per una mancata ammissione di colpe dell’Italia. «La Germania ha fatto i conti con il suo passato: tutti gli anni vengono ricordati ad Amburgo i bambini morti negli esperimenti. In Italia, non abbiamo mai ascoltato la frase “eravamo dalla parte sbagliata” nonostante il ruolo centrale di Mussolini nella Shoah», hanno commentato le sorelle Bucci. E poi ancora rabbia per le condizioni disumane del Silos che presto, a detta del sindaco, «chiuderà per creare dei centri d’accoglienza». Da quello stesso Silos «dove oggi vivono i migranti», le sorelle Bucci partirono ottant’anni fa per Birkenau.