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Март
2024

“Il sindaco rispetti le decisioni del Viminale”: il Pd lo diceva al sindaco di Foggia, lo dica pure a Decaro

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Chiedete all’ex sindaco di Foggia Landella se il Pd che scende in piazza contro il Viminale e il governo per una presunta lesa maestà nei confronti del sindaco di Bari ha sempre agito così. Chi conosce la doppia morale della sinistra sa già qual è la risposta. Ovviamente no. C’è stato infatti un tempo in […]

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Chiedete all’ex sindaco di Foggia Landella se il Pd che scende in piazza contro il Viminale e il governo per una presunta lesa maestà nei confronti del sindaco di Bari ha sempre agito così. Chi conosce la doppia morale della sinistra sa già qual è la risposta. Ovviamente no.

C’è stato infatti un tempo in cui il Pd imponeva ai sindaci di rispettare il ministro dell’Interno e di offrire disponibilità e piena collaborazione. Tempo non troppo lontano: parliamo del marzo di appena tre anni, stessa regione, la Puglia. Nel mirino dei dem c’era il sindaco di Foggia, Landella, a guida di una giunta di centrodestra. In quel caso, il primo cittadino veniva pesantemente attaccato dal Pd locale, sul presupposto che gli accertamenti disposti dal Viminale andavano accolti senza eccepire alcunché. Altro che manifestazioni di piazza: in quel caso al Viminale c’era Luciana Lamorgese e il governo era sostenuto dal Partito democratico. E il Pd locale produceva questa nota, dedicata a Landella, ma che combacia perfettamente, oggi per il suo sindaco, Antonio Decaro.

Il Pd chiedeva al sindaco di Foggia quello che oggi il sindaco di Bari non fa

“Il fondato sospetto che l’Amministrazione comunale attualmente in carica possa essere o essere stata permeabile alle infiltrazioni mafiose dovrebbe imporre a tutti – sindaco, amministratori e consiglieri comunali – rispetto per l’attività svolta da un’altra istituzione e disponibilità alla collaborazione”. Ecco, quelli del Pd oggi dovrebbero copiare incollare e girare al sindaco di Bari.

“E’ questo uno dei casi – scriveva il Pd di Foggia – in cui la continenza verbale diventa un dovere e non un’opzione. Evidentemente non la pensa così il sindaco che anche in questo complesso e potenzialmente drammatico frangente ritiene utile buttare la palla nel campo avversario per cercare di sfuggire alle proprie responsabilità”. Ed è impossibile non pensare oggi, alla cagnara mediatica sollevata dal primo cittadino barese.

E ancora, nel documento si leggevano frasi come questa. “Il Pd al completo risponde alle dichiarazioni del primo cittadino, per quanto avrebbe preferito optare per la linea del silenzio, in segno di rispetto nei confronti del lavoro della commissione di accesso al Comune di Foggia”.

Rispetto che l’allora sindaco di Foggia ebbe, visto che manifestò pubblicamente piena disponibilità e collaborazione. Qualcuno lo dica a Decaro…

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