«Stagionali, spariti gli italiani». In provincia di Belluno mancano 1.200 lavoratori
Quanti stagionali mancano per la prossima estate? «Almeno il 35-40%» risponde Michela Lezuo, presidente dell’Associazione Arabba Fodom Turismo. «È la percentuale che riscontriamo anche in Val Boite, Cadore e Comelico», conferma Andrea Fagherazzi, sindacalista della Fisascat Cisl.
Lancia l’allarme Sergio Pra, albergatore di Alleghe e Caprile: «Non troviamo più italiani. Certo, i fidelizzati dell’inverno rimangono anche per l’estate, ma gli altri preferiscono il mare». Ecco, pertanto, che rispetto ai 3 mila lavoratori stagionali occupati solitamente nel turismo e nei servizi, a mancare sono almeno mille di loro, forse addirittura 1200. «Tanti di quelli di cui disponiamo, aspettano la chiusura dopo Pasqua (e se la protraiamo, ci salutano prima), per passare direttamente ai litorali», fa sapere Walter De Cassan, presidente di Federalberghi, «dove le prime aperture avvengono già col lunedì di Pasqua».
Stipendi
Il problema, come ci si può subito immaginare, è quello degli stipendi. E invece no. O meglio, non è il solo. Lo ammette anche il sindacalista della Fisascat. «Generalmente le assunzioni avvengono col contratto nazionale di lavoro e l’inquadramento al 4° o al 5° livello, di media, quindi uno stipendio lordo di 1300-1400 euro per le figure di minori competenze. Un cuoco arriva perfino a triplicare, almeno nelle cucine di maggiore presidio, ma non scende mediamente sotto i 2500 euro. Poi, è vero, sugli orari extra c’è la giungla: chi paga di più chi di meno, chi addirittura nulla».
Trend altalenante
L’agenzia regionale Veneto Lavoro conferma che l’attività stagionale ha registrato un forte incremento nel biennio 2017– 2018, per poi conoscere una fase di contrazione nei due anni successivi, toccando il livello più basso nel 2020 a seguito dello scoppiare dell’emergenza pandemica.
Dal 2021 il volume di avviamenti è tornato a crescere e ha raggiunto nell’anno successivo il livello più alto dal 2015, pari a 553.300 assunzioni in Veneto, di cui 141.200 nel turismo: solo una minima parte sulle Dolomiti.
L’ultimo dato statistico di cui dispone Veneto Lavoro è quello del terzo trimestre del 2023, quindi relativo alla scorsa estate. Ebbene, si è registrata una contrazione del 6%, mentre per il commercio al dettaglio si è rilevato un incremento pari all’8%. L’agricoltura, alle prese con la sperimentazione del nuovo contratto di lavoro occasionale, ha rilevato un calo delle assunzioni stagionali del 5% rispetto al 2022 e un incremento del 6% dei reclutamenti non stagionali.
Industria concorrenziale
L’industria, invece, ha mostrato una riduzione del 3% della domanda di lavoro, che ha riguardato sia le assunzioni stagionali che quelle non stagionali. «Resta il fatto», osserva Pra, «che in Agordino, per soffermare l’attenzione su questo territorio, stiamo constatando, ormai dal tempo della pandemia, la concorrenza della Luxottica; in territori diversi, da parte di altre occhialerie. La Luxottica drena ogni disponibilità di personale grazie non solo allo stipendio, ma soprattutto al welfare. Se poi aggiungiamo la settimana corta, per noi è finita in termini di approvvigionamento di personale».
Non resta, quindi, che raschiare il fondo del barile in giro per l’Italia, al Sud in particolare, se non rivolgersi oltre confine.
Pra e Santanché
L’albergatore Pra concorda con l’analisi del ministro del turismo, Daniela Santanché, per quanto riguarda l’analisi delle difficoltà nell’approvvigionamento di stagionali. «Per questi lavoratori c’è stato un incentivo gigantesco», ha dichiarato i la titolare del turismo, «abbiamo tolto il reddito di cittadinanza. Mi sembra il più grande incentivo che il governo potesse fare, tant’è che oggi la situazione sta un po’ migliorando rispetto agli anni scorsi».
Ma Santanché ha subito aggiunto che «c’è un altro aspetto da considerare: durante la pandemia molti lavoratori del turismo hanno cambiato lavoro perché il turismo è quello che ha subito di più le chiusure. Quindi oggi c’è una carenza di lavoratori. Siamo impegnati per la formazione e la professionalizzazione: vogliamo fare una scuola di eccellenza, vogliamo ridare lustro agli istituti alberghieri, abbiamo messo la decontribuzione sul lavoro notturno e festivo che spero possa continuare oltre giugno, abbiamo detassato le mance. C’è un sacco di lavoro da fare, ma stiamo lavorando al meglio delle nostre possibilità» , ha concluso il ministro. «Il ministro ripassa un capitolo che in provincia di Belluno», puntualizza l’albergatore di Alleghe, «abbiamo aperto ormai da qualche tempo: quello del rinnovamento degli Istituti alberghieri».