Strada per il passo di Monte Croce ancora chiusa, i dem: serve la Protezione civile
Sono trascorsi cento giorni dalla frana che il 2 dicembre ha interrotto il collegamento transfrontaliero con l’Austria attraverso il passo di monte Croce Carnico. Un tempo utilizzato dall’Anas, gestore della Statale 52 bis Carnica, per effettuare gli approfondimenti tecnici e geologici in merito agli interventi di sicurezza da mettere in atto per ripristinare la viabilità.
Il cantiere non è ancora partito e nella Valle del Bût cresce la preoccupazione per la situazione venutasi a creare.
Per riaccendere i riflettori sulla questione i consiglieri regionali del Pd Diego Moretti (capogruppo) e Massimo Mentil hanno voluto fare il punto, chiamando in causa la Regione Fvg: «Dopo cento giorni è giunto il momento di decidere sul tracciato alternativo – ha esordito Mentil –. L’attuale strada sarà sempre a rischio, quindi è necessario trovare una soluzione diversa, che dia garanzie durature nel tempo. La parte tecnica si è espressa in maniera chiara su quale può essere l’ipotesi percorribile, ora la Regione deve fare la sua parte».
Moretti ha aggiunto: «Oltre due mesi fa abbiamo proposto la nomina di un commissario ma nessuno ci ha dato retta. Ora chiediamo che si cominci a lavorare e che ci sia una trasparenza sulle reali intenzioni.
Trattandosi di una vera e propria emergenza, per la Carnia ma anche per le località balneari che traggono vantaggio dai transiti di tedeschi e austriaci lungo la viabilità del passo, perché non far intervenire la Protezione civile regionale?».
Se ne discuterà in un’apposita commissione convocata per il 3 aprile a Trieste, ma Mentil e Moretti, considerando la questione urgente, si attendono risposte anche prima: «Nell’attesa che Anas faccia il suo dovere ripristinando la viabilità colpita dalla frana, si spera entro l’anno – hanno chiarito i due consiglieri dem – la Regione faccia il suo facendosi carico della viabilità alternativa. Se ci si è spesi per realizzare una nuova strada verso il Marinelli, non si capisce perché non si possa usare lo stesso metodo per raggiungere monte Croce Carnico.
L’imbocco delle due strade è lo stesso e la parte tecnica ha già ampiamente spiegato la fattibilità della soluzione».
Non vogliono alimentare polemiche Mentil e Moretti, ma spingere la Regione a prendere una decisione definitiva: «L’economia della Valle del Bût è ormai alla canna del gas – ha precisato Mentil –. Il territorio mai come ora capisce di essere marginale e senza il turismo transfrontaliero fatica a sopravvivere. Servono ristori per le attività economiche e chiarezza su ciò che la Regione intende fare per ridare un presente e un futuro a questa vallata e alla sua gente».
Anche il versante austriaco chiede la riapertura della strada, tanto da aver già formato un comitato di imprenditori che incontrerà gli omologhi italiani a inizio aprile per avere rassicurazioni sugli interventi di ripristino.