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Март
2024

Femminicidio di Riese, il ministro Nordio assolve la Procura di Treviso: «Nessuna incuria nei doveri dei pm»

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Si poteva fare di più per salvare Vanessa Ballan, la cassiera di un supermercato di Riese Pio X, massacrata, il 19 dicembre scorso, nella sua abitazione di Spineda da otto coltellate inferte dall’ex amante kosovaro Bujar Fandaj?

Secondo il ministro della giustizia Carlo Nordio no. Da parte della procura di Treviso non ci fu “incuria nei doveri”. Il Guardasigilli l’ha, dunque, messo nero su bianco nella risposta all’interrogazione del senatore leghista Gian Marco Centinaio che, all’indomani dell’omicidio di Vanessa Balan, sull’onda della forte emozione per un fatto di cronaca così grave, sollevò il caso in Parlamento per capire se fosse stato fatto davvero, da parte della procura, tutto quanto era necessario per evitare il femminicidio di Riese, soprattutto dopo la denuncia presentata dalla donna quasi due mesi prima dell’omicidio.

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L’interrogazione parlamentare

Un’interrogazione presentata dopo le dure parole del procuratore Marco Martani che, con trasparenza, aveva parlato di una “sottovalutazione del caso” nonostante non ci fossero i presupposti per chiedere l’emissione di una misura cautelare in carcere per il presunto assassino di Vanessa Ballan.

Cosa si poteva fare dunque di più? Dopo la denuncia per stalking presentata dalla vittima ai carabinieri di Riese e la perquisizione e il sequestro dei cellulari in uso all’assassino kosovaro, la procura della Repubblica avrebbe potuto al massimo emettere, nei confronti di Bujar Fandaj, la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla sua ex amante. Ma ciò non sarebbe servito per impedire all’omicida di mettere in pratica il suo piano di uccidere la vittima, come poi è successo.

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Alle polemiche era seguita la stessa richiesta alla procura di Treviso da parte di Nordio di una relazione sul caso.

Ed ora il ministro esclude “errori” da parte della procura rimettendo in fila, nella risposta scritta a Centinaio e visionata dalla “Dire”, quanto fatto sul caso.

Le tempistiche

La Ballan sporse denuncia la sera del 25 ottobre scorso e "a seguito dell'iscrizione della notizia di reato, avvenuta il 27 ottobre" scattò un provvedimento di perquisizione personale e domiciliare nei confronti di Fandaj, "ben motivato e completo di capi di imputazione".

Il pm di turno stabilì che non serviva riascoltare Ballan perché bastavano le informazioni raccolte con la querela. Il 6 novembre il fascicolo passò al pm del gruppo specializzato in reati di violenza di genere e il 13 dello stesso mese fu decisa l'acquisizione dei tabulati di Vanessa Ballan. Da quel giorno al 19 dicembre non furono effettuate altre attività di indagine né segnalate in procura ulteriori condotte minatore o moleste. Proprio la mattinata del 19 Vanessa Ballan veniva trovata morta nella sua abitazione dal compagno.

Nordio specifica che il procuratore di Treviso ha aggiunto come, «sulla base della disamina della sequenza cronologica delle attività compiute nel procedimento instaurato nei confronti di Fandaj a seguito della querela sporta dalla Ballan, non si possa oggettivamente parlare di un ritardo nella trattazione del caso e che la mancata presentazione di una richiesta di misura cautelare al gip da parte dei due pm, che in rapida successione si sono occupati del caso, sia stata il frutto di una valutazione discrezionale (basti, in proposito, verificare la tempestività e la cura nella stesura del provvedimento di perquisizione). La valutazione ha avuto ad oggetto sia il livello di gravità indiziaria (specie per quanto concerne l'ipotizzato delitto di violenza sessuale mediante minaccia), sia la attualità delle esigenze cautelari (specie dopo che l'indagato, col sequestro dei cellulari, non risultava avere continuato a perseguitare la Ballan con minacce o molestie)».

Quando si configurò la notizia di reato, inoltre, non era entrata ancora in vigore la legge Roccella che impone al pm un termine di 30 giorni per la valutazione della necessità di chiedere misure cautelari ed un ulteriore termine di 20 giorni al giudice delle indagini preliminari per prendere una decisione in merito.

Il responso di Nordio

Messi in fila questi dati - secondo Nordio - «allo stato, dal vaglio della sequenza cronologica degli atti posti in essere dall'autorità giudiziaria competente, non emergono elementi che possano reputarsi indice di incuria nei doveri. Ciò precisato, forte è l'auspicio che la recentissima normativa approvata, e non ancora in vigore al momento della tragica vicenda esposta, possa essere funzionale ad evitare il ripetersi di gravi eventi di violenza, avendo previsto interventi da parte delle autorità, anche giudiziaria, ancora più serrati», ha concluso Nordio.

Sul caso, “no comment" da parte del procuratore Martani. Nessuna parola nemmeno da parte della famiglia Ballan, tutelata dall’avvocato Simone Guglielmin.