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Март
2024

Duemila chili di carne positivi al virus della peste suina in un negozio a Padova

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Sono stati distrutti 2.490 chili di generi alimentari potenzialmente pericolosi, il titolare del negozio etnico, un cittadino di origini cinesi, è stato denunciato e nei suoi confronti è stata elevata una sanzione di 6.500 euro. Inoltre sono stati messi i sigilli a due celle frigorifere abusive. È successo in un negozio di alimentari etnico che si trova nella zona di Camin.

Alimenti irregolari

I carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Padova (Nas) coordinati dal capitano Massimo Andreozzi, hanno denunciato in stato di libertà il titolare dell’attività commerciale, che si trova appunto tra Camin e la zona industriale di Padova. L’uomo, un cittadino di nazionalità cinese, è accusato di per aver detenuto, per la successiva vendita, alimenti a base di carne di suino, di provenienza cinese, sprovvisti di rintracciabilità e di etichettatura in lingua italiana e oltretutto dichiarati pericolosi per la salute del consumatore. Nella comunità europea ne è infatti vietata l’importazione e la vendita.

Nello specifico gli alimenti sequestrati, a seguito di accurate analisi di laboratorio, sono risultati positivi al “virus peste suina”. Un virus certamente pericoloso ma che comunque, va sottolineato, non è trasmissibile all’uomo.

L’ispezione

Questo è stato l’esito conclusivo di alcuni accertamenti scaturiti da un’ispezione degli uomini del Nas nel negozio di alimenti etnici della zona di Camin, avvenuta lo scorso mese di febbraio. I cibi cinesi a base di carne erano stati tutti sottoposti a campionamento e analisi specifiche.

La sanzione

L’ispezione era stata eseguita dai militari del Nas insieme al personale dell’Usl 6 Euganea. E proprio quest’ultima a conclusione degli accertamenti ha contestato illeciti amministrativi per un importo complessivo di 6.500 euro per omessa rintracciabilità, condizioni igienico sanitarie carenti ed etichettatura non conforme.

È stato così disposto il blocco di due celle frigorifere “abusive” e il sequestro di 2. 490 chili di alimenti di origine animale per rischio sanitario.