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Март
2024

L’India circondata dalla Cina

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di Beatrice Sarzi amade

Pochi giorni fa, l’India ha iniziato, con il suo corpo difensivo, il ritiro del piccolo contingente di cento soldati che manteneva alle Maldive, un insieme di isolotti che segnavano il sud del subcontinente.

Il nuovo primo ministro musulmano di questo microstato ha infatti deciso di allontanarsi da Nuova Delhi e avvicinarsi a Pechino.

Per l’India, è la rotta marittima verso il suo unico alleato nell’Oceano Indiano, l’Australia, che è quindi in pericolo. Per un paese circondato dal suo principale nemico a nord e a est e dai suoi alleati a ovest, questo può essere preoccupante. Gli obiettivi espansionistici della marina cinese non si fermano qui, mentre le manovre congiunte con Iran e Russia iniziano nel Golfo dell’Oman. Per non parlare della più grande base navale cinese di Gibuti, di fronte allo Yemen, che potenzialmente, con gli Houthi, chiude il canale di Suez.

L’India ha firmato lo scorso fine settimana un accordo di libero scambio con l EFTA, in cui la stessa parla della possibilità di investire 100 miliardi di dollari entro 15 anni proprio in India, il secondo paese più popoloso del mondo, nel bel mezzo di un boom economico.

Ciò è ovviamente considerevole, per l’India (1429 milioni di abitanti, 3534 miliardi di PIL) come per i 4 piccoli paesi dell’EFTA che sono la Svizzera (8,9 milioni di abitanti, 842 miliardi di PIL), la Norvegia (5,5 milioni di abitanti, 540 miliardi di PIL), l’Islanda (375 000 abitanti, 28 miliardi di PIL) e il Liechtenstein (40 000 abitanti, 7 miliardi di PIL), la cui popolazione è in media 38 volte più ricca di quella indiana.

Quali saranno gli impatti di questo accordo sulla geopolitica globale? E viceversa?

In un momento in cui la Cina di Xi sta per tagliarsi fuori dall’economia globale – ponendo un vero problema per l’economia cinese – può l’India prendere il sopravvento senza che la Cina cerchi di ostacolarla o almeno danneggiare la sua espansione?

La risposta potrebbe risiedere a Mosca.

Finora, l’India ha comprato le sue armi dalla Russia, ma a oggi ne sta diminuendo l’acquisto e persino l’acquisto di petrolio russo sta calando bruscamente dopo l’invasione ucraina. Il reclutamento più o meno forzato di lavoratori indiani in Russia mandati a morire sul fronte ucraino dopo 3 settimane di addestramento nell’uso delle armi non è stato davvero apprezzato dall’opinione pubblica indiana. Ma l’isolamento geografico dell’India è un vero problema e, se i musulmani sono maltrattati in India almeno quanto in Cina, sembra che la Lega araba sia più propensa a favorire Pechino.

La Russia sceglierà la Cina senza farsi coinvolgere troppo?

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