Bocciata la progettazione del nuovo polo scolastico
Borgofranco d’Ivrea
È tutta da rivedere la progettazione legata alla costruzione del nuovo plesso di scuola media in regione Gioncaretto a Borgofranco d’Ivrea, per il quale si sperava in un finanziamento Regionale di circa 5 milioni di euro. E nemmeno si esclude un passo indietro rispetto all’annunciata demolizione del corpo di fabbrica che in via San Marco ospitava sei classi della media e tre della primaria, chiuso dallo scorso giugno, all’indomani delle perizie tecniche che ne avevano accertato le gravi carenze strutturali.
Il primo progetto che vedeva la costruzione di un nuovo polo scolastico con otto aule, laboratori, palestra e spazi accessori, è stato bocciato. Troppo costoso. «Dobbiamo redarre due nuove progettazioni - rende noto il sindaco Fausto Francisca -. Una con un ridimensionamento degli spazi per quanto riguarda il nuovo plesso, mentre una seconda partirà dalla riqualificazione e messa in sicurezza della parte dell’edificio, ora inagibile, che offre però maggiori spazi per le aule. Servirà anche una nuova perizia tecnica per la valutazione delle strutture portanti, che abbiamo già affidato».
Intanto le sei classi della media restano ospitate a palazzo Marini, mentre le tre classi della primaria erano state sistemate nei laboratori del plesso di via Roma. In questi giorni, nel cortile della primaria, è in corso l’allestimento di una tensostruttura, dotata di un sistema di aerazione e di riscaldamento, completa di finestre, di uscite di sicurezza e di una pavimentazione, certificata per 120 posti, che ospiterà la refezione. Una sistemazione attesa da mesi. «Subito dopo una seconda tensostruttura, sempre per la mensa – sottolinea Francisca - sarà collocata nel cortile di palazzo Marini. Il costo complessivo per l’affitto è di circa 160 mila euro finanziati dalla Regione Piemonte».
Il corpo di fabbrica che ospitava la scuola media e tre classi della primaria, sviluppato su tre piani e con un seminterrato, era stato chiuso per gravi carenze strutturali: potrebbe collassare su se stesso, indicavano le prime perizie. Di conseguenza l’ipotesi della demolizione del corpo di fabbrica era stata la più accreditata fin dall’inizio. Un problema strutturale quello di parte dell’edificio scolastico che non era emerso negli anni precedenti, quando il plesso era stato oggetto di interventi di messa in sicurezza. Erano state realizzate, ad esempio, le scale antincendio, mentre erano stati sostituiti tutti gli infissi. L’incarico di verifica antisismica, che ha portato alla scoperta delle carenze strutturali, il Comune l’aveva affidato due anni fa. In ritardo rispetto ad altre amministrazioni che avevano dato attuazione alle disposizione del Governo, dopo il terremoto che aveva devastato il centro Italia. «All’epoca il Comune non aveva le risorse – ricorda Francisca – essendo impegnato nel risanamento dei conti pubblici».