Giordania contro le restrizioni di Israele alla moschea di Al Aqsa: “Situazione esplosiva”. Hamas: “Uccisi 9 palestinesi in attesa di aiuti”
Il Ramadan poteva diventare l’occasione per una tregua prolungata a Gaza. Invece rischia di trasformarsi nel pretesto per intensificare le tensioni e le violenze anche in Cisgiordania. Tel Aviv ha infatti deciso, nonostante il parere contrario dei suoi alleati, di vietare le preghiere del venerdì nella Spianata delle Moschee (il Monte del Tempio per gli ebrei) di Gerusalemme agli uomini con età inferiore ai 55 anni, alle donne sotto i 50 e ai minori con più di 10 anni. Questioni di sicurezza, dicono, anche se questa limitazione alla libertà di culto rischia di scatenare, come chiesto nelle settimane scorse da Hamas, una reazione violenta dei fedeli palestinesi nella città Santa. E a Gaza rischia di esplodere un caso simile alla cosiddetta “strage del pane”: Hamas ha infatti denunciato che nove palestinesi sono stati uccisi e decine feriti dagli spari israeliani mentre la folla aspettava i camion degli aiuti in piazza Kuwait a Gaza City. “Bombardare assembramenti di persone affamate è diventata una routine quotidiana praticata dall’occupazione e vista dalla comunità internazionale sugli schermi”, ha detto Ashraf Al-Qidra.
La decisione di Israele ha provocato le immediate proteste della Giordania, custode dei luoghi sacri musulmani di Gerusalemme, con il ministro degli Esteri Ayman Safadi che parla di possibile “esplosione” della situazione a causa delle restrizioni. Israele “gioca con il fuoco”, ha aggiunto. Il governo Netanyahu teme, dice, che in concomitanza con la guerra a Gaza Hamas cerchi di destabilizzare la situazione nella Spianata delle Moschee e, di riflesso, anche in Cisgiordania.
Per gli Stati Uniti, però, la “linea rossa” rimane l’invasione di terra di Rafah. Joe Biden prenderà in considerazione la possibilità di limitare gli aiuti militari a Israele se procederà con un’invasione su larga scala della città all’estremo sud della Striscia, come scrive Politico citando quattro dirigenti americani a conoscenza degli orientamenti interni dell’amministrazione. Anche il Consiglio europeo, da quanto si legge in una prima bozza del vertice previsto per il 21 e 22 marzo, “esorta il governo israeliano ad astenersi da un’operazione di terra a Rafah, dove oltre 1 milione di palestinesi sta attualmente cercando sicurezza dai combattimenti e accesso all’assistenza umanitaria”.
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