Sinner da record a record, ora sfida Shelton (Crivelli, Azzolini, Martucci, Semeraro, Nizegorodcew)-
Sinner sempre più re. “Sotto pressione gioco meglio” (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)
Nella sala del trono il pretendente comincia a far sentire il peso del suo fresco blasone. La nobiltà di Jannik Sinner è recente, recentissima, rafforzata dal trionfo in Australia di gennaio […] Con l’approdo agli ottavi di Indian Wells dopo il successo sul tedesco Struff, la Volpe Rossa ha inanellato la 17° partita vinta consecutivamente, la miglior serie di sempre per un giocatore italiano che scavalca le 16 di Panatta del magico 1976. Non a caso, anche il percorso di Adriano cominciò in Davis contro la Jugoslavia, perché l’atmosfera della nazionale è un carburante supplementare di energia e motivazioni […] Certamente Sinner è ancora lontano dalle 43 vittorie di Djokovic tra il 2010 e il 2011 o le 32 di Nadal nel 2008, il record per i giocatori in attività, o ancora dalle 46 di Vilas nel 1977 che rappresentano il primato assoluto dell’Era Open, ma i paragoni con i più grandi non sono un semplice esercizio di stile o un buon auspicio per il futuro. Fin qui, Jannik ha giocato 75 match nei Masters 1000 e ha ottenuto 52 vittorie: in questo secolo, cioè dal 2000 in poi, solo Rafa con 60 e Novak con 54 hanno fatto meglio. Numeri da superstar ormai conclamata che il più forte giocatore italiano, sempre a duello con Alcaraz per il numero 2 mondiale (lo spagnolo deve ottenere un risultato migliore di lui, altrimenti perde il secondo posto nel ranking), può consolidare oggi nella sfida degli ottavi contro Ben Shelton, la grande speranza americana n.16 Atp, il bombardiere figlio d’arte di un anno più giovane di Jan che è stato il penultimo avversario prima del Djokovic delle Finals a costringerlo alla sconfitta. Accadde al Masters 1000 di Shanghai , poi l’azzurro si prese la rivincita due settimane dopo a Vienna […] La garanzia, tuttavia, risiede nel perfetto equilibrio raggiunto dalla Volpe Rossa, che in campo dà una sensazione di onnipotenza tranquilla praticamente inscalfibile da qualunque avversario. Contro Struff ha ottenuto l’83% di punti con la prima e, come sempre, di fronte alle tre palle break concesse, di cui 2 molto delicate nell’ottavo game del secondo set che potevano rimettere in corsa il tedesco, ha mantenuto saldi braccio e testa con la freddezza del fuoriclasse consapevole della sua forza: «Ho grande rispetto per tutti i giocatori, ma non ho paura di affrontarli. Penso sia una qualità importante, perché specialmente quando gioco punti sotto pressione e quelli delicati, mi piace andare in avanti, dettare lo scambio, e non aspetto di vedere cosa fa il mio avversario. Se dovessi scegliere una qualità del mio tennis, direi che è questa» […] Umiltà e saggezza, le doti un predestinato che ha fatto di nuovo innamorare l’Italia dello sport delle racchette ed è diventato in pochi mesi un’icona non solo sportiva. Anche perché, malgrado le parole di basso profilo, in questo momento è quanto di più vicino possa esistere a un supereroe imbattibile: «Di sicuro sono in una posizione diversa rispetto al passato, ma è una cosa positiva, significa che sto facendo molto bene in campo. E un onore essere in questa posizione, ho lavorato duro per arrivarci. Vincere un torneo dello Slam è un sogno per tutti. E certamente mi fa piacere questa serie di vittorie, ma sono consapevole che può finire da un giorno all’altro, non posso prevedere il futuro. Come dico sempre, cerco di vivere nel presente. E non mi sento imbattibile: sono solo più preparato» […]
Sinner, si rifà sul serio (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Alto e lungo com’è, un tantino ricurvo sulle spalle, Jan-Lennard Struff sembra fatto apposta per essere appeso nell’armadio, le grucce le ha lui, già in dotazione. E così è andata. Uno che tira servizi canaglia, in cambio di un altro che fa anche di
peggio. Ed è pure mancino Ben Shelton… Sinner ne sorte con la diciassettesima vittoria consecutiva, rinnovando en passant il record delle “consecutive” panattiane, che erano sedici. Tante per un tennista che a certi record non ha mai tenuto, e a ogni match inseguiva pensieri e aspirazioni diverse. Ma Semola ha pure qualcosa del Panatta di cinquant’anni fa, non solo del Djokovic di oggi o di chissà quali altri gli vengano sovrapposti per scoprire quali siano i suoi segreti. Ha che se ne impipa altamente dei record, proprio come faceva Adriano. Sa che sono materia deperibile, sempre pronta per il tuffo definitivo nella
differenziata. E 17, per quanto onorevolissime, non sono ancora le 43 vittorie di Djokovic, le 32 di Nadal o le 28 di Murray, per restare ai tennisti in attività, e nemmeno somigliano alle 24 finali consecutive vinte da Federer. Però è quinto, Sinner, anche in questa graduatoria. […] Gruccia Struff non è uno sciocco, e ne ha preso atto. «Con Jannik? Date retta, in questo momento c’è poco da fare». Ecco una frase che un tipino come Ben Shelton non arriverà mai a pronunciare. Ed è venuto il momento di fare un po’ di storia… Recente, non preoccupatevi. Di fatto, il 34-2 maturato dal nostro dopo gli US Open che segnano il confine fra la fase di immagazzinamento degli studi effettuati e quella dell’attuazione dei nuovi precetti tennistici appresi, riporta la memoria ai due che lo hanno sconfitto, Djokovic a Torino (battuto a sua volta da Sinner nel round robin delle Finals, nella semifinale di Davis, infine ciancicato alla grande nella semifinale australiana) e Ben Shelton per l’appunto, che lo superò a Shanghai per poi esserne battuto a Vienna. «Ma non senza crearmi problemi», tiene a precisare Jannik, che s’intuisce – ma non lo dice – consideri il ventunenne americano, da appena due stagioni nel Tour, il test più probante prima di incrociare le racchette con i pari grado, quelli con cui dovrà dirimere due o tre questioni legate alla leadership, prima fra tutte la vexata quaestio del numero due […] Shelton è giocatore di razza pura, ma ancora disordinato nel proprio incedere. Sa come organizzare geometrie impeccabili, ma anche come farle franare su loro stesse, magari solo per il gusto di voler tentare una cosa in più all’ultimo momento. Papà Bryan, che lo segue da bordo campo sempre sorridente (o è una filosofia, o la tensione gli blocca il volto su una smorfia che somiglia a un sorriso), lascia fare. Si ripete con Shelton la storia di Shapovalov che la mamma coach non ha mai voluto frenare negli sprechi che si concede, convinta che sarebbe stata l’esperienza la cura migliore per dare forma definitiva al tennis rischioso ma geniale del figlio. Ben però sembra volare più alto del canadese (che fu decimo nel 2020, giusto il tempo di ricevere i complimenti), e sa come rendere gli avanzamenti in classifica simili a trampolini di lancio […] Nel frattempo è cambiato lo scenario nella zona di tabellone presidiata da Sinner. Rublev è caduto per mano di Lehecka, ora negli ottavi contro Tsitsipas, dunque la strada per la semifinale con Alcaraz si è fatta oltremodo spigolosa, tanto più se l’avversario assumerà il volto da nostromo del greco, uno in cerca di riscossa. Alcaraz, fin qui, sta facendo un percorso assai simile a quello di Sinner […] Avrà contro l’ungherese Marozsan che lo eliminò a Roma. «Non vedo l’ora di giocarci, quella sconfitta mi fece stare male. Sto ritrovando il mio tennis, ho fiducia, l’obiettivo è esprimersi sempre al 100%. Non penso a vincere di nuovo il torneo, ma a stare bene».
Sinner corre da un record all’altro (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
La sua semplicità che in tanti altri diventerebbe banalità con lui si trasforma in eccezionalità. Dal Tour alle ATP Finals, dalla Davis agli Slam, nella corsa alla storia del tennis e dello sport italiano, Jannik Sinner continua ad inanellare record. L’ultimo, superando il secondo avversario al “1000” di Indian Wells, l’attaccante tedesco Struff, lo porta a superare a quota 17 partite vinte
consecutive il primato di Adriano Panatta del 1976. Anche se lo ritocca a cavallo di due stagioni, partendo dai 3 urrà di coppa Davis a Malaga, contro Griekspoor, Djokovic (cui ha anche salvato 3 match point di fila come nessuno mai) e De Minaur, e proseguendo nel 2024, con le 7 affermazioni agli Australian Open – firmando il primo Major di un italiano in singolare dal Roland Garros di Panatta sempre nel 1976 -, le 5 di Rotterdam (sfatando un altro tabù da Lleyton Hewitt 2001 quando c’era stato l’ultimo vincitore di un torneo dopo aver firmato uno Slam), più le 2 nel deserto della California. Dove oggi, negli ottavi, ritrova il temibile Ben Shelton […] I due ragazzi sono diametralmente opposti in tutto. Quello effervescente della Florida, dopo aver soffocato con le sue saette mancine la resistenza di Cerundolo per 7-6 3-6 7-6, ha detto: «Dopo due match conosco Jannik, sarà una battaglia fisica, vincerà chi sarà più aggressivo e imporrà il proprio gioco». Quello pacato e misurato delle Dolomiti ha dichiarato: «Ho tanto rispetto per tutti i miei avversari, ma non li temo. Nel tennis non c’è la paura. C’era nello sci, quando facevo le gare di discesa libera, vai velocissimo e fai salti di 20-30 metri. Qui facciamo del nostro meglio, alla fine l’unica cosa che può succedere è che perdi la partita». Shelton è potenza micidiale: «Con Ben ho sempre avuto partite molto tirate ed equilibrate, ha uno dei servizi migliori del circuito, sarà fondamentale farlo muovere» […] Intanto, sotto 2-6 0-1 0-40, Musetti reagisce al suo lungo momento-no dai delicatissimi meccanismi psicologici cui è legato anche l’imminente arrivo del primo figlio. Ad appena 21 anni. Così, quando finalmente libera il braccio d’oro, mette a nudo anche i problemi di Holger Rune, approda ad un insperato tie-break e, favorito da uno smash smanacciato a rete dal danese, ha due servizi per chiudere il set sul 5-4. Peccato che sbaglia due dritti in lunghezza. E, sul 5-6, viene punito dall’ace del “nuovo Connors”. Curiosamente anche
Lucia Bronzetti cede avanti 5-4 al tie-break del secondo set e s’arrende 6-2 7-6 a Coco Gauff.
Super Sinner all’esame Shelton. “Gran servizio ma niente paura” (Stefano Semeraro, La Stampa)
Stasera a Indian Wells c’è il primo vero match di cartello, il Predestinato contro il (Pre) Shelton, servizio contro risposta, ovvero Jannik Sinner contro Ben, l’americano del futuro, 21 anni, uno meno di Jan, numero 16 Atp, figlio d’arte (papà Brian è stato un buon professionista) che persino Federer ha voluto come testimonial della linea di abbigliamento di cui è azionista. E che soprattutto è stato uno dei pochissimi – due: lui e Djokovic – a battere la Volpe dopo gli Us Open dello scorso anno […] Ancora imbattuto nel 2024 (14-0), da settembre in poi ha vinto 34 delle ultime 36 partite (l’altra sconfitta a Torino contro Djokovic nelle Finals). «In striscia» da 17, altro record strappato a Panatta, e non ha intenzione di uscire dalla bolla. Nel 2023 Djokovic e Medvedev sono arrivati a 19 prima di arrendersi, mentre Borg nel 1978 ne mise in fila 49 fra marzo e agosto e l’anno seguente arrivò a 48. Da allora nessuno ha fatto meglio; i record, però, stanno lì per essere battuti. Nel turno precedente Jan, favoritissimo per i bookmaker, ha smantellato in scioltezza l’onomatopeico Struff, mentre Shelton ha faticato tre set contro Francisco, il più forte dei Cerundolo brothers. «Contro Jannik devi attaccare sempre, sarà un’altra battaglia», dice Shelton. «Ben ha uno dei servizi migliori del circuito, ed è anche mancino», analizza il Rosso. «Gioca bene diritto e rovescio, ha un’ottima mano e sicuramente cambierà qualcosa rispetto all’ultima volta. Con lui sono state due partite molto lottate. Alla fine il segreto è sempre quello: devi saperti adattare. La mia forza? Rispetto tutti ma non ho paura di nessuno. E in campo guardo poco quello che fa l’avversario».
Jannik ti presento Ben (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
I record di Jannik Sinner, ormai, non fanno più notizia. Ogni vittoria porta a nuovi calcoli e ad altrettanti allori statistici. Il successo su Jan-Lennard Struff, ottenuto con un comodo 6-3 6-4 nel terzo tomo del Masters 1000 di Indian Wells, ha
portato l’azzurro al 17° successo consecutivo. Nessun italiano era (ovviamente) mai arrivato a tanto […] L’obiettivo è vincere e lavorare per continuare a ottenere un successo dopo l’altro. Le prove di forza nei primi due incontri nel deserto californiano, con Kokkinakis e Struff, hanno palesato un ottimo stato di forma, sia fisica che tecnica. Vincere aiuta a vincere, ma giocare benissimo è ancora più importante. «In generale sento che sto giocando con fiducia in questo momento — ha raccontato a Ubitennis – ma è più vero che devo stare molto attento perché la partita può cambiare molto velocemente. Anche contro Struff, nel secondo set, ho rischiato di perdere il servizio. Il match poteva complicarsi». […] La verità è che, nel 2024, il livello di Sinner è stato quasi sempre molto alto. E la fiducia arriva di conseguenza. L’ottavo di finale contro Ben Shelton è affascinante, difficile, spettacolare. Lo statunitense è riuscito a venir fuori da un match complesso contro Francisco Cenandolo, chiuso solamente 7-6 3-6 7-6 in 2 ore e 43 minuti. Sinner, imbattuto nel 2024 (14 vittorie su 14), ha conquistato 34 degli ultimi 36 match disputati. Gli unici due tennisti ad averlo sconfitto in questi lunghi mesi? Novak Djokovic nell’ultimo atto delle ATP Finals e proprio Shelton a Shanghai, in un incontro sul filo del rasoio terminato 2-6 6-3 7-6. Sinner si era poi preso la rivincita a Vienna pochi giorni dopo. Trovare ritmo in ribattuta contro il mancino di Atlanta è molto complicato, soprattutto su questi campi. Allo stesso tempo non ci si può mai rilassare con il servizio a disposizione. Un break subito può risultare fatale […] Nel deserto californiano le condizioni di gioco non sono semplici. Umidità zero, caldo, vento, campi lenti e palle che viaggiano veloce, adattarsi non è banale. «La qualità del colpo fa la differenza, Qui sto giocando con maggiore rotazione, la palla rimbalzata tanto. Bisogna adattarsi anche in base all’avversano. In alcune situazioni bisogna forse tenere un po’ di più; io provo comunque a spingere, a fare sempre gioco andando a rete. Anche se in queste condizioni è un pochino più difficile. Le condizioni cambiano molto anche se si gioca di giorno anziché di notte». A dimostrazione della grande intelligenza tennistica di Sinner, che ormai legge la partita e i suoi momenti da veterano, come se la carta d’identità recitasse 32 anni invece di 22.