Rogo al magazzino della Fiver di Azzano: 4 indagati per incendio colposo
La procura di Pordenone ipotizza un’origine colposa del vasto rogo che ha distrutto, sabato 16 dicembre, il magazzino della Mobili Fiver, azienda di e-commerce leader nel settore, in via Comugne di Sopra ad Azzano Decimo.
Le fiamme si erano propagate così rapidamente da far collassare diecimila metri quadrati di tetto: il calore – fino a 800 gradi di temperatura – aveva piegato l’armatura in ferro della copertura.
Il pm Carmelo Barbaro, titolare dell’indagine, ha affidato la consulenza tecnica per fare luce sulle cause dell’incendio all’ingegner Marco Minozzi, vigile del fuoco del comando provinciale di Pordenone.
In vista dell’accertamento tecnico irripetibile hanno ricevuto gli avvisi di rito quattro operai di nazionalità egiziana della ditta Isol K, l’impresa in subappalto che stava eseguendo lavori di manutenzione sul tetto il giorno del rogo.
Giovedì l’ingegner Minozzi effettuerà il sopralluogo all’interno del magazzino propedeutico alla consulenza tecnica. Gli indagati, ai quali è stato assegnato un legale d’ufficio, potranno nominare un proprio consulente di parte.
Dal confronto tecnico degli esperti emergeranno le cause del rogo. Il capannone, di proprietà della Poma di Giovanni Polesello, dato in affitto alla Mobili Fiver, è tuttora sotto sequestro.
Nell’immobile devastato dal rogo era ospitata l’unità logistica della Mobili Fiver, cuore pulsante dell’azienda di Pasiano, vocata alla produzione di arredamento per la vendita online. Il magazzino era stato inaugurato nel febbraio 2022.
Tre operai erano rimasti intossicati dal fumo sprigionatosi dall’incendio ed erano stati portati in ospedale a Pordenone. Per spegnere il vasto rogo avevano lavorato ininterrottamente da sabato pomeriggio fino all’indomani cinquanta vigili del fuoco giunti dai comandi di Pordenone, Udine e Treviso, con un dispiegamento impressionante di forze.
La colonna di fumo nera era stata avvistata persino a Piancavallo e Portogruaro, oscurando il sole. Le case adiacenti erano state evacuate per precauzione.Sul posto erano intervenuti anche i carabinieri della stazione di Azzano Decimo e del comando provinciale di Pordenone.
Inizialmente il fascicolo era stato aperto a carico di ignoti. Un primo sopralluogo era già stato eseguito dai vigili del fuoco alla fine dell’anno scorso per la verifica del layout, dopo la decontaminazione dell’area.
Le macerie erano state irrorate d’acqua dal nucleo Nbcr e i pompieri erano entrati all’interno indossando i dispositivi di protezione individuale. L’Arpa aveva infatti rilevato la presenza di amianto nella copertura del magazzino.
Gli inquirenti avevano già acquisito a suo tempo anche le pratiche edilizie dal municipio di Azzano Decimo e l’intera documentazione sullo stabile, le sue caratteristiche tecniche e il suo contenuto.