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Март
2024

Conte abbassa la pochette, il M5S crolla al 7 per cento: si dimette il coordinatore dell’Abruzzo

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Conte crolla

L’arroganza non paga. Giuseppe Conte abbassa la pochette. “Registriamo il risultato modesto del M5S, che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori; per convincere a impegnarsi e a partecipare soprattutto i troppi cittadini che non votano più. Dobbiamo farlo sulla scia della vittoria ottenuta in Sardegna, che […]

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Conte crolla

L’arroganza non paga. Giuseppe Conte abbassa la pochette. “Registriamo il risultato modesto del M5S, che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori; per convincere a impegnarsi e a partecipare soprattutto i troppi cittadini che non votano più. Dobbiamo farlo sulla scia della vittoria ottenuta in Sardegna, che ci ha portato qualche giorno fa ad eleggere la prima Presidente di Regione M5S della storia, Alessandra Todde. Un segnale da cui ripartire”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte su X si rifugia in calcio d’angolo: la Sardegna. Il M5S ha straperso in Abruzzo, ma Giuseppi, mestamente, è rimasto con la testa sull’isola strappata al centrodestra per 1600 voti. Insulti e fango contro Marco Marsilio non bastano per raggranellare qualche voto.

Abruzzo, tracollo del M5S: Conte abbassa la pochette: “Risultato modesto”

Parla di “risultato modesto”, ma sa che si tratta di un eufemismo. In Abruzzo c’è stato un tracollo. Sono stati soprattutto i grillini a tirare verso il basso la coalizione cosiddetta campo largo: nel voto in Centro Italia sono passati dal 19,7% delle Regionali di cinque anni fa (118.287 voti) al 18,5% delle Politiche del 2022 (115.456) fino al 7% della tornata elettorale abruzzese. I bollenti spiriti della vigilia vanno in cantina: “La comunità abruzzese con il suo voto ha dato un segnale chiaro- ammette-  riconfermando il Presidente uscente. Ho appena sentito Marsilio per augurargli buon lavoro per il bene dell’Abruzzo”. Sua mestizia. Sta sottoterra, politicamente parlando:  dal giugno 2021, per il M5S è sempre stato un tracollo dietro l’altro tra Comunali e Regionali.

Conte e il M5S perdono subito un pezzo: si dimette il coordinatore dell’Abruzzo

Pensava che “strapiantando” Alessandra Todde in Abruzzo come la Madonna pellegrina, d’incanto i voti sarebbero arrivati. Ma, purtroppo per lui, la politica è una cosa seria. Quindi arriva la fanfaronata: “Marcheremo a uomo, per il bene dell’Abruzzo, la nuova Giunta e il Governo Meloni affinché vengano rispettate le mirabolanti promesse fatte da Meloni e ministri negli ultimi giorni della campagna elettorale”. Al centrosinistra  – lo ricordiamo- toccano infatti 12 consiglieri, di cui 6 al Pd, e  2 al M5S e ad Abruzzo insieme, 1 Azione e 1 ad Avs. Intanto il Movimento perde un pezzo, il coordinatore dei grillini in Abruzzo si è dimesso, non senza critiche Pietro Smargiassi, ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e tra i portavoce del M5S Abruzzo.

In Abruzzo errori e zavorre”

“Sulle ragioni della sconfitta ci sarà il tempo di riflettere- scrive su Fb- . Chiaro che sono stati fatti degli errori, che alcune zavorre andavano lasciate fuori dalla scialuppa. Altrettanto chiaro è che l’idea di una corsa in coalizione non paga. Gli elettori mal digeriscono la nostra presenza accanto a certi simboli. Molise, Lazio, Lombardia… Abruzzo. Un’ultima cosa è certa, con il voto di oggi e i nomi dei nuovi consiglieri che andranno a sedersi all’emiciclo si chiude definitivamente la mia avventura. A loro il mio sincero augurio di buon lavoro”, conclude Smargiassi il suo post in cui ha fatto i complimenti a Marsilio.

La base grillina contro Conte

La base grillina è in subbuglio: in molti hanno rimproverato di aver acconsentito a un’ammucchiata ritenuta dai grillini “contro natura”- riporta lo sfogo il Giornale– : quella con Renzi e Calenda. Ma anche quella che tende la mano al Pd con la promessa di un sodalizio non troppo gradito allo zoccolo duro pentastellato. “Presidente lei sa benissimo che la base non è andata a votare perché non accetta più le accozzaglia”: lo  ha fatto notare un utente nei commenti, inchiodando il leader di partito alle sue scelte. “Un’altra caduta libera. Basta col campo largo, bisogna tornare a parlare a tutti”, ha invece sentenziando un altro commentatore, forse nostalgico dei tempi in cui i 5s correvano da soli con alternativa demagogica. Altra reazione eloquente: “Lontani da Renzi e Calenda! Se il Pd vuole un dialogo, chiuda la porta a quelle sciagure! E basta”.

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