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Март
2024

Colomba pasquale, la versione di Vigoni risale ai Longobardi

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Colomba pasquale, la versione di Vigoni risale ai Longobardi

foto da Quotidiani locali

pavia

La colomba, dolce simbolo della Pasqua, è veronese o lombarda? La risposta: è pavese. Lo dice la tradizione longobarda. Due sono le tesi. La prima: si narra che, attorno al 610, nella Pavia capitale dei Longobardi la regina Teodolinda avesse ospitato i pellegrini irlandesi, guidati da san Colombano. Volendo offrire un pranzo luculliano, la sovrana fece portare in tavola succulenti piatti di selvaggina che, tuttavia, essendo in periodo di Quaresima, il santo non apprezzo e, benedicendo i piatti, li trasformo in bianche pagnotte a forma di colomba. La seconda leggenda, quella più accreditata dagli storici gastronomici, ha come scenario sempre Pavia nel regno longobardo, ma si colloca nel 572, ai tempi del re Alboino che con i barbari assediò la città per tre anni durissimi. Fu allora che i Pavesi, in segno di pace, regalarono agli invasori dei dolci a forma di colomba. Un gesto che, secondo la leggenda, evitò il saccheggio e valse a Pavia il titolo di capitale.

Questa colomba, la versione antica del lievitato di Pasqua che porta con sè storie di battaglie e leggende, viene prodotta ancora oggi nei laboratori della Pasticceria Vigoni. Una colomba con arancia candita e ghiaccia di zucchero a velo e mandorle. Rispetto a una Colomba e tradizionale si distingue per una lievitazione differente e senza stampo e per la maggiore fragranza della ghiaccia. «La colomba “piatta”, così chiamata in gergo, veniva fatta anche negli anni 60/70, per poi essere abbandonata, perché aveva più appeal la colomba alta con granelle e mandorle -spiega Enrico Magenes, titolare di quinta generazione della Pasticceria Vigoni -È stata ripresa nei primi anni 2000 e chiamata Colomba di Alboino appunto per la leggenda».