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Март
2024

Tour in bici mantovano per una 86enne artista francese

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«Piove tanto qui! Ma fa lo stesso, Mantova è proprio bella». Che può fare un po’ d’acqua a una come lei? Proprio niente. Ottantasei anni, in giro in bici da una vita, Yolande Loggia ha una storia “itinerante” sulle due ruote, che alterna a quella di artista. Ed entrambe le cose non sono comuni.

Riccioli ribelli

In bicicletta ha girato per quattordici anni tra Francia – la sua terra – Spagna, Portogallo, Italia: una sorta di pellegrinaggio nei santuari in seguito alla morte del marito. Ora ha cambiato mezzo: la bici è elettrica e se la porta al seguito in auto. La pittura è a olio ma non su tela, su scisto, la pietra scura del Monte Bianco. E, di comune, c’è davvero poco anche in lei.

Capigliatura a riccioli ribelli, occhiali stilosi, sorriso perenne e il suo francese mischiato all’italiano. Nasce al nord della Francia da dove con la famiglia paterna sfugge all’invasione tedesca durante la seconda guerra mondiale, a Parigi fa le scuole necessarie ma poi: «Ero troppo libera per stare in classe, da piccola non mi interessava, avevo l’impressione di perdere un po’ di libertà».

Impara stenografia e a battere a macchina, fa la segretaria in una grande azienda, a vent’anni si sposa, ha una figlia che cresce da madre single perché il marito la lascia dopo poco. I suoceri, valdostani d’origine, le offrono di andare in vacanza nella loro casa sulle Alpi italiane. Ed è lì che, a quasi quarant’anni, inizia una seconda vita quasi da romanzo.

Si innamora di un artista che dipinge la pietra, Piero Loggia: «Gli facevo da manager, organizzando mostre qua e là e dopo un anno durissimo, in cui mangiavamo ciò che ci offriva la terra, mele o erbette, le vendite sono diventate buone».

Ma l’incantesimo dura solo dieci anni e poi si spezza: lui muore e lei ricomincia, da sola. Ha imparato l’arte di dipingere la pietra, gira in roulotte e organizza piccole mostre nei villaggi, «dove potevo farlo gratis, in piccole chiesette abbandonate» spiega. Ma dopo qualche anno, a 58 anni d’età, monta in sella: «Era la mia strada, l’ho fatto di seguito per quattordici anni, percorrendo duemila chilometri ogni anno, in Italia ho visitato tutti i monasteri, sono arrivata fino in Sicilia. Ora parto in auto ma con la mia bici sono arrivata sul piccolo San Bernardo, mi prendo il mio tempo ma arrivo».

La vecchia Peugeot

Vive tra la Valle d’Aosta e la Borgogna e il suo tempo se lo prende come le pare: «Ho sempre vissuto del mio lavoro, dopo la morte di mio marito ho continuato la sua arte perché altrimenti sarebbe stato come abbandonarlo. Firmavo le opere con il suo nome, l’ho fatto per dieci anni, poi ho messo il mio, ma dipingo su tela, la pietra ora è troppo pesante». Yolande, una vera Forrest Gump d’Europa, con la sua vecchia Peugeot ora visita i luoghi che le sono piaciuti durante il pellegrinaggio.

E si interroga: «A volte mi chiedo come faccio ad avere questa forza, alla mia età. Poi incontro le persone, parlo e chiacchiero e mi accorgo che in loro scatta qualcosa, una speranza. Può darsi che io viva per questo».