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Март
2024

Tre patteggiamenti per la morte di Clara e Roman, rimasti uccisi in due incidenti stradali

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Sono arrivati a sentenza i procedimenti penali di due degli incidenti stradali più terribili avvenuti negli ultimi anni in provincia di Treviso. Le vittime furono una studentessa universitaria romana di 23 anni, Clara Ammann, e Roman Emiliano Zapata, 48 anni, un rider argentino che consegnava pizze a domicilio.

Lo schianto in Castellana

L’incidente che costò la vita alla studentessa universitaria romana avvenne il 20 febbraio dell’anno scorso sulla Castellana in territorio comunale di Vedelago. Era circa l’1.30 di notte.

La Nissan Micra sulla quale viaggiava Clara, assieme a tre amici, pure loro universitari, aveva appena fatto rifornimento alla stazione dell’Eni, in via Circonvallazione Est di Vedelago, nei pressi del supermercato Lid.

L’auto s’era immessa nella carreggiata principale della Castellana, quando all’improvviso fu tamponata dal Suv Qashqai della Nissan. L’impatto fu violento e le due macchine finirono nel fossato, una da una parte e una dall’altra.

Purtroppo però per la studentessa romana, che si trovava nel sedile posteriore della Micra, all’altezza del punto d’impatto, non ci fu più nulla da fare. Morì sul colpo. Ai sanitari del 118 non rimase altro da fare che constatare la morte della studentessa. Per quell’incidente i conducenti delle due automobili coinvolte hanno patteggiato entrambi per aver avuto un concorso di colpa.

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L’autista del Suv, un 52enne gestore di locali della Castellana (difeso dall’avvocato Elisa Berton), ha patteggiato due anni di reclusione (pena sospesa) e 8 mesi di sospensione della patente in quanto viaggiava sopra il limite, che nel tratto di strada dove avvenne l’incidente era fissato in 50 chilometri orari. Anche la ragazza di 27 anni (difesa dagli avvocati Pier Lamberto Ripesi ed Ettore Santin) che era alla guida della Nissan Micra, dove viaggiava Clara, ha patteggiato un anno e 8 mesi di reclusione (pena sospesa) e 8 mesi di sospensione della patente per essersi immessa all’improvviso nella Castellana, in un punto che costituiva un cono d’ombra per l’automobilista del Suv che stava sopraggiungendo da dietro.

La tragedia sul Terraglio

Ha invece patteggiato un anno, 11 mesi e 3 giorni di reclusione (pena sospesa), il 55enne di Preganziol (difeso dagli avvocati Fabio Capraro e Luciano Meneghetti) alla guida del Suv Qashqai della Nissan, che il 18 settembre del 2022 tamponò la moto del rider argentino Roman Emiliano Zapata, fermo sulla banchina della propria carreggiata e intento a parlare al telefono con la pizzeria Santa Lucia per la quale stava effettuando una consegna.

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Anche in questo caso è stato riconosciuto un concorso di colpa. Il rider si trovava in una posizione dove non doveva stare. Il conducente del Suv, al quale è stata ritirata la patente per 16 mesi, era stato trovato positivo all’alcoltest con un valore di 1.14 e gli era stata contestata anche la velocità non adeguata alle condizioni ambientali e della strada.

L’impatto fu violento e il rider argentino finì nel fossato assieme al suo scooter Kimko 125, morendo sul colpo. Furono alcuni automobilisti di passaggio, che avevano assistito a distanza all’incidente stradale, a lanciare l’allarme alla centrale operativa del 118. Pochi minuti più tardi arrivò un’ambulanza. Purtroppo, però, per il rider argentino, che da 9 mesi lavorava a Treviso, non ci fu più nulla da fare.