Quincinetto, addio a Enrietti il re incontrastato delle miasse
QUINCINETTO. Si svolgono oggi, lunedì 11, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Quincinetto, i funerali di Giacomo Enrietti, 95 anni, per tutti “Lino”, deceduto nella notte tra venerdì e sabato nella sua abitazione. Dopo la scomparsa della moglie, Antonia, novantaduenne, avvenuta a novembre dell’anno scorso, Lino non si era più ripreso.
Un inesorabile declino fisico l’aveva condotto alla soglia di un intervento chirurgico che in tutti i modi lui voleva evitare. La morte l’ha colto prima che dovesse affrontare quest’altra dura prova che la vita gli stava per riservare.
Tuttavia fin quando le forze glielo hanno consentito, nel pomeriggio lo si poteva incontrare al bar con gli amici di sempre per ripercorrere, tra ricordi ed aneddoti, i tempi andati.
Enrietti era stato per oltre 40 anni l’incontrastato “re delle miasse”. Infatti non c’era paese del Canavese e della bassa Valle d’Aosta che non lo vedesse presente in occasione di feste e sagre, insieme con la consorte, intento a cuocere le sottili sfoglie rettangolari di farina di granoturco che poi Antonia farciva con il salignun prodotto dai margari quincinettesi oppure, con la nutella.
Nel furgoncino appositamente attrezzato per la preparazione e la cottura delle miasse, non mancava mai un bottiglione di vino rosso per un brindisi con gli amici. Se poi tra questi c’era qualche amante del canto, il buon Lino non tardava ad intonare un motivetto invitando l’occasionale ospite ad unire la propria voce alla sua. Il canto era appunto la sua grande passione.
Per decenni Lino Enrietti era stato il direttore della cantoria parrocchiale del paese, centro dove le belle voci non sono mai mancate e continuano ad abbondare. Con i suoi amici cantori veniva chiamato, anche in occasione di funerali oltre i confini quincinettesi, ad accompagnare i riti con brani in lingua latina, dal Miserere al De profundis, oltre che con la celebre Messa funebre del Perosi.
Racconta, Domenico Monetta, direttore del coro La rupe: «Per noi quincinettesi Lino era un’istituzione. Mi ricordo che da bambino mi emozionavo quando in chiesa ascoltavo la sua cantoria. E più avanti mi è anche capitato di cantare insieme con loro a qualche funerale. Non bisogna poi dimenticare che nel 1962, prima che Dante Conrero assumesse la direzione del nostro coro, per un breve periodo fu proprio lui a dirigerlo. Ed era sempre pronto ad imbracciare la chitarra, appena trovava qualcuno con cui intonare canzoni popolari». Lino Enrietti lascia i figli Rinuccia e Pier Battista. Giacomo Grosso