In Abruzzo vince il centrodestra ed affonda il sogno del Campo Largo
«Il vento è cambiato», «la gente ha bocciato la maggioranza ed il Governo Meloni»; «Il campo largo vince». Per due settimane, dopo la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna per una manciata di voti, ci siamo dovuti sorbire queste ed altre dichiarazioni di Elly Schlein e degli altri leader della sinistra. Il voto in Abruzzo cancella tutto questo e riporta alla realtà il mondo politico. Il centrodestra vince, di 7 punti (non di 1600 voti) e riporta un po’ di calma e realtà in un mondo politico rimasto per 14 giorni in preda a deliri e dichiarazioni che oggi sembrano quasi comiche.
La sinistra ha raccontato di una regione distrutta, di attese di mesi per una visita in ospedale, di trasporti nel caos, di cose non fatte. Falso. Per la prima volta dopo 30 anni infatti gli abruzzesi hanno deciso con il loro voto di riconfermare il governatore uscente, segno del buon governo del candidato di centrodestra. Non solo. Rispetto al 2019 Marsilio ed il centrodestra crescono di quasi 6 punti, nel 2019 infatti vinse con il 48% (il cdx era diviso), oggi chiude al 53,6%.
Da sempre ritengo le elezioni amministrative difficili da collegare a dinamiche nazionali; la scelta del candidato infatti è ancora troppo forte e quanto accaduto in Sardegna, dove il centrodestra ha perso malgrado abbia ottenuto il 49% contro il 42% del centrosinistra, non fa altro che confermare questa teoria. Ma dato che è stata la stessa coalizione di minoranza a caricare questo voto di significati nazionali e futuri con la prima volta del Campo Largho, anzi larghissimo, ecco allora due cose generali vanno dette.
Schlein, Conte, Calenda, Renzi uniti da Bersani, il federatole di questa super alleanza hanno perso; il Campo Largo ha perso; ha perso l’idea portante di un raggruppamento di partiti e partitini che non hanno nulla in comune dal punto di vista dei programmi se non quello di sconfiggere la destra, Obiettivo mancato con un grosso punto di domanda sul futuro: cosa fare da domani? Cosa sarà dell’opposizione da domani? Si andrà avanti in questa direzione, perdente, o si cercherà chissà cos’altro? Anche perché già tra i del c’è chi fa notare il buon risultato del Partito Democratico (che chiude al 20%) evidenziando ed in qualche modo scaricando la responsabilità della sconfitta sul Movimento 5 Stelle, rimasto sotto il 7%.
A destra invece si può tirare un sospiro di sollievo. In molti infatti erano caduti nella trappola della narrazione della sinistra e della paura del testa-a-testa e c’era una certa preoccupazione per eventuali ricadute di una sconfitta anche per la tenuta del governo. Invece la coalizione ha tenuto confermando che al di là di giochi interni di poltrone se la scelta del candidato viene fatta senza strappi e litigi il vantaggio è ancora ampio. La lezione sarda è servita.
Ps. Ultim'ora. Nelle trasmissioni tv di politica del mattino incentrati sul risultato elettorale abruzzese sta passando negli opinionisti di sinistra la seguente versione dei fatti: «È un voto locale». ovviamente quando si perde...