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Март
2024

Nelle scuole superiori parla friulano meno della metà degli studenti

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UDINE. Meno della metà degli studenti delle scuole superiori parla friulano. In marilenghe si esprime il 44 per cento degli allievi del primo anno, dove, complessivamente, compresi i dialetti si parlano 60 lingue. Lo rivela il risultato del questionario compilato online, giunto alla sua settima edizione e curato dalla rete di istituzioni culturali e scolastiche “La lavagne plurilengâl”, di cui la Società filologica friulana è capofila.

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Realizzato con l’Arlef, l’università di Udine e i docenti di Linguistica Fabiana Fusco e Letteratura friulana Gabriele Zanello, al progetto hanno partecipato 1.825 studenti, 312 in più rispetto all’anno precedente, distribuiti in 97 classi.

I risultati

In famiglia le lingue più parlate sono l’italiano (92%) e il friulano, che con il 44% registra un lieve calo rispetto al 2022/23. Seguono inglese (6%), rumeno, spagnolo, albanese e arabo con il 3 per cento, tedesco e veneto al 2 per cento che si sommano a oltre 60 idiomi segnalati, tra lingue, dialetti e varianti dell’italiano. Il monolinguismo è presente nel 42 per cento delle famiglie, mentre il 49 per cento è bilingue e l’8 per cento afferma di utilizzare tre o più idiomi.

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Il friulano lo parlano soprattutto a Tolmezzo, con le scuole che sfiorano il 70 per cento, mentre a Udine la percentuale si avvicina al 40 per cento. Gemona, San Daniele e Codroipo registrano rispettivamente il 57, il 48 e il 45 per cento. A Latisana la percentuale si ferma al 32 per cento. Rispetto all’anno precedente la marilenghe si parla di più a Codroipo e Latisana, mentre a Gemona e San Daniele il sondaggio evidenzia un calo del 5 per cento.

Pure a Udine, in un contesto socio-culturale più variegato, emerge un calo del 9 per cento. Come in passato la lingua friulana viene utilizzata per lo più nella comunicazione tra genitori (30%), con i padri (31%) e con le madri (25%). «Anche questa dinamica – spiega Riccardo Urbani, uno dei promotori del progetto – denota una certa eterogeneità geografica: se a Tolmezzo il 59% dei padri e il 51% delle madri utilizza il friulano con i figli, a Latisana le percentuali scendono rispettivamente al 20 e al 15 per cento».

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I nonni, invece, si confermano «custodi della trasmissione intergenerazionale», in media il 38 per cento degli studenti parla in friulano con i nonni, il dato sale al 53 se sono gli anziani a rivolgersi ai giovani.

Fuori dalla famiglia, invece, cala bruscamente il numero di adulti che si rivolge ai ragazzi in friulano (44%). E se il 14 per cento dei negozianti parla ai clienti in friulano, solo il 6 per cento dei giovani usa la stessa lingua. La forbice si restringe al 20 per cento fra coetanei.

L’analisi

«Dal raffronto con gli anni precedenti il quadro restituisce una sostanziale tenuta del friulano, seppur insidiata da un lieve ma generalizzato arretramento» afferma Urbani nel ricordare che la fotografia mette in evidenza come la scuola superiore sia monolingue con l’inserimento dell’inglese e del tedesco.

«Questa rete – continua Urbani – nasce per promuovere l’insegnamento del friulano anche nelle scuole superiori, almeno nel biennio che è obbligatorio».

Sarebbe un modo per contrastare la crisi che, conferma Urbani, sta attanagliando la lingua friulana. «Il fatto che ci sia una percentuale consistente di parlanti, il diritto di insegnare la lingua friulana alle superiori dovrebbe essere riconosciuto. Lo prevede la Costituzione».

Questa la tesi di Urbani secondo cui «nelle scuole vanno fatti grossi investimenti culturali, serve un team di persone che porti l’insegnamento del friulano nelle classi». Tutto questo nell’attesa di conoscere i risultati dell’indagine più ampia che l’Arlef sta completando con l’Ires.