La carriera di negoziatore e profondo conoscitore del Medio Oriente: ecco chi era Giandomenico Picco
UDINE. «Sono stato gettato nel bagagliaio di un’auto, con un sacchetto in testa. Una cosa che non consiglio a nessuno». Giandomenico Picco raccontava così, nel 2013, in un’intervista alla Bbc, il passaggio di una delle alacri trattative che tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta lo videro impegnato in una delicata operazione di diplomazia che mirava a liberare undici ostaggi occidentali rapiti da gruppi legati alla Repubblica islamica.
La profonda conoscenza delle questioni mediorientali fecero dell’ambasciatore friulano, morto a 75 anni negli Usa, uno dei principali negoziatori al servizio delle Nazioni Unite in quegli anni, caratterizzati da tensioni che l’Occidente non viveva da semplice spettatore.
A tre anni di distanza dal suo approdo all’Onu, nel 1976 il diplomatico di Flaibano avviò un efficace sodalizio con Javier Pérez de Cuéllar, che nel 1982 diventerà segretario generale (il quinto) dell’organismo internazionale.
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Picco rappresentò Pérez de Cuéllar nei negoziati tra Nuova Zelanda e Francia dopo che la nave ammiraglia di Greenpeace Rainbow Warrior fu affondata da agenti segreti francesi nel 1985. Al momento del suo affondamento, la nave stava protestando contro i test nucleari francesi nel Pacifico.
L’anno successivo divenne il principale funzionario delle Nazioni Unite incaricato di negoziare la tregua nella guerra tra l’Iraq a maggioranza sunnita e l’Iran a maggioranza sciita, come ricorda anche l’Associated Press.
Più di un milione di persone furono uccise nel conflitto iniziato quando il dittatore iracheno Saddam Hussein invase il Paese vicino nel 1980 e fu caratterizzato da una guerra di trincea, ondate di attacchi da parte degli iraniani e assalti con armi chimiche da parte dell’Iraq.
Nel suo libro, Picco descrive come relazione di lunga data quella con Pérez de Cuéllar. Che lo portò in Afghanistan quando il suo mentore ricevette l’ «ingrato compito afghano» dopo l’invasione sovietica del 26 dicembre 1979: Picco cooperò nella gestione dell’Ufficio per gli affari politici speciali delle Nazioni Unite e in quella veste si occupò di sviluppare una strategia per la pace nel Paese.
Così contribuì a facilitare il ritiro delle forze sovietiche nel 1989 dopo l’invasione da parte di Mosca nel 1979. E poi il citato negoziato per la liberazione degli ostaggi catturati da Hezbollah, durante la crisi libanese: tra loro Terry Anderson, corrispondente a Beirut per Ap, il giornalista di United Press John McCarthy e l’inviato della chiesa anglicana, il reverendo Terry Waite.
Per il suo impegno ha ricevuto un riconoscimento speciale del Presidente degli Stati Uniti George W. Bush e numerose onorificenze, tra cui la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale Tedesca, la nomina a Gran Ufficiale della Repubblica Italiana, l’Ordine del Cedro del Libano e l’Ordine di San Michele e San Giorgio della regina Elisabetta II.