ru24.pro
World News in Italian
Март
2024

Europa, la Lega cerca un ariete. Ma i veneti respingono Vannacci

0

La Lega a caccia di una testa di serie per le prossime elezioni europee. Perché vanno bene i consiglieri regionali, vanno bene le garanzie degli uscenti. Ma questa, per la Lega che spinge Salvini Premier, è la partita della vita.

Quella da dentro o fuori. E allora, se almeno per ora non spaventa la soglia di sbarramento del 4%, spaventano comunque i sondaggi riservati: uno dà la Lega al 5,5%, un altro la dà sotto l’8%.

Stando pure a quello che dipinge lo scenario più ottimistico, per il Carroccio significherebbe esprimere “1,6” eurodeputati. Considerando che, attualmente, dalla circoscrizione Nord Est ne arrivano sei, dei quali quattro solo in Veneto, sarebbe comunque uno sfacelo.

Per questo il deputato trevigiano Giuseppe Paolin ha lanciato una raccolta firme, per spingere il presidente Luca Zaia a candidarsi. «Non gli ho chiesto il permesso di farlo» ammette Paolin. Anche perché Zaia è stato chiaro, nel ribadire il suo «No, grazie» pure al segretario Salvini.

Ma spiega il deputato: «Continuiamo a riempirci la bocca di discorsi a favore dei giovani. Bene, è arrivato il momento di fare concretamente qualcosa per loro. Perché un giovane non si può certo permettere di pagare di tasca propria una campagna elettorale che è onerosissima, superando i 100 mila euro. Zaia, sì. È il governatore più amato dagli italiani: si candidi, come fa Giorgia Meloni, e faccia da traino ai giovani».

Le firme raccolte finora sono già più di 200, con una settantina di nomi di militanti leghisti. Ci sono l’ex deputata vicentina, per la Lega Nord, Silvia Covolo; Roberto Moretto, consigliere comunale e segretario leghista della sezione di Zero Branco; Rossana Boldi, ex deputata piemontese.

E qualche giorno fa, proprio in un’intervista al nostro giornale, pure l’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato diceva: «Fossi in Salvini, già da settembre avrei costretto i primi dieci leghisti per regione, compreso Zaia, a candidarsi. Se rifiutano? Fuori dal partito».

La seconda scelta di Salvini è un profilo simile a quello di Luca Zaia, cioè Mario Conte, sindaco di Treviso al secondo mandato. Ma anche lui – che, si narra, avere ben altre aspirazioni per un futuro nemmeno troppo lontano – ha rispedito la proposta al mittente. Irritandosi pure con quanti hanno continuato a sponsorizzare il suo nome.

E allora il generale Roberto Vannacci. Nome sicuro per il centro Italia, piuttosto probabile per il Nord Ovest. Ma sul quale, alle nostre latitudini, non sono ancora state sciolte le riserve. Salvini lo vorrebbe come frontman, i leghisti stanno cercando di fargli capire che la sua candidatura rischierebbe di far perdere più voti di quanti potrebbe portarne.

Stando agli altri, lì dietro, i giochi sembrano essere ormai fatti. I più titolati al ticket sono i due uscenti Paolo Borchia e Rosanna Conte, fermo restando che la Lega dovrebbe esprimere un nome per provincia. Mentre in Consiglio regionale salgono le quotazioni del trevigiano Roberto Bet, a scapito di Sonia Brescacin. Per lui, “semplice” consigliere regionale, sarebbe una “candidatura a costo zero”.

Cosa diversa, invece, per Bresacin, presidente della Quinta Commissione Sanità in Consiglio: una sua elezione in Europa porterebbe con sé la necessità di individuare una nuova guida al Ferro-Fini.