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Март
2024

Mense e residenze: il Rettore dell’università di Siena Di Pietra invoca pronti interventi

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di Marialaura Baldino

Le questioni della chiusura della mensa Bandini e della carenza di posti alloggio nelle residenze universitarie continuano a preoccupare la comunità studentesca senese e le associazioni degli studenti.

Dopo lo stop del Comune di Siena a procedere con l’autorizzazione al cantiere per la messa in sicurezza dello stabile che ospitava la Mensa Bandini, i Rettori degli atenei senesi Di Pietra e Montanari hanno fatto richiesta di incontro con il Governatore Giani, per portare all’ordine del giorno l’impellente necessità della riapertura di una sede che possa ospitare un refettorio ad uso degli studenti.

Le comunità delle due università presenti sul territorio di Siena contano ben oltre 20.000 studenti, i quali hanno bisogno di uno spazio mensa aggiuntivo rispetto a quello che attualmente è in funzione, la mensa Sant’Agata, che non riesce a sopperire alla mancanza della Bandini.

La chiusura della mensa è un problema che continua a preoccupare la nostra comunità studentesca. Come si presenta oggi la situazione e quali sono le risoluzioni che l’Università sta trovando?

“Questa città fino al 2021 aveva due mense, che erano ben frequentate, e il fatto che adesso ce ne sia soltanto una, inevitabilmente, significa che viene a mancare un servizio importante per la comunità studentesca”.

“Quello che io e il Rettore Montanari stiamo facendo è chiedere un incontro con il governatore Giani” – ha ribadito Di Pietra. ”La questione va affrontata anche con la sindaca della città di Siena, perché crediamo che questa sia una città-campus e quindi c’è un interesse dell’amministrazione della cittadinanza ad avere delle università floride con tanti studenti e studentesse che vivono bene qui. È nell’interesse, se vogliamo, anche dell’economia cittadina’’.

Se questa possibilità di colloquio e, conseguentemente, di risoluzione del problema non dovesse presentarsi, il Rettore avverte sulle ripercussioni: ‘’È chiaro che, in qualche modo, le conseguenze possano manifestarsi attraverso una disaffezione degli studenti e delle studentesse, non avendo più gli stessi servizi che avevamo nel 2021’’.

Ripercussioni che possono essere sintetizzate nella metafora posta dal Rettore: ‘’ Se si abitua un albero ad avere poca acqua, questo si adeguerà a ricevere poco sostentamento, ma ciò non significa che l’albero possa vivere bene, svilupparsi bene e dare i suoi frutti’’.

I fondi per lo sviluppo e la coesione, che servirebbero al rinnovo dell’edificio che ospitava la mensa Bandini, sono stati acquisiti?

‘’C’erano e ci sono a bilancio del diritto allo studio universitario, 4 milioni per realizzare le opere di ammodernamento di quella struttura per la quale, evidentemente, diventa difficile immaginare di poter attuare questo ammodernamento, questa ristrutturazione. Ma i 4 milioni continuano ad esserci e quindi sarà forse opportuno utilizzarli a Siena e per Siena, per le università di Siena per trovare una soluzione alternativa che garantisca alle comunità studentesche degli atenei il diritto di avere una mensa’’.

L’altra questione che preoccupa gli studenti, le studentesse e le associazioni universitarie è quella del calo del numero di alloggi nelle residenze. Alcune dei plessi, che sono gestiti dal DSU, sono chiusi per l’adeguamento delle strutture. Un problema che però va ad aggiungersi all’aumento degli affitti e del carovita.

Quali sono le risorse che l’Università ha trovato per cercare di trovare una soluzione?

‘’ Riguardo ciò, la situazione è meno grave rispetto allo scorso anno. Il diritto allo studio ha di fatto utilizzato tutte le Borse e scorso tutte le graduatorie fino in fondo, rendendo disponibile delle contribuzioni, affinché, nonostante i posti temporaneamente non disponibili [per le ragioni sopra indicate, n.d.r.], gli studenti aventi diritto potessero comunque beneficiare di un sussidio’’.

E per quanto riguarda quest’anno?

‘’La situazione va gradualmente ritornando ad una condizione che era quella pre-lavori, con alcuni edifici già agibili. Entro novembre-dicembre di quest’anno, i lavori in corso di svolgimento nelle residenze che ancora non sono disponibili, dovrebbero essere completati’’.

‘’In questo caso, la situazione ha un suo orizzonte temporale che si sta avvicinando. e quindi arriveremo, entro la fine del 2024 e all’inizio del 2025, a ritornare con delle residenze con i lavori di adeguamento completati’’.

Il Rettore Di Pietra ha, inoltre, fatto presente un’ulteriore risoluzione.

‘’A questa situazione dovrebbero aggiungersi le attività di conversione di edifici privati ad utilizzo studentato ma questo riguarda un tema di carattere nazionale, perché le risorse ci sono, ma ancora non abbiamo risposta’’.

‘’Noi come ateneo ne abbiamo fatto richiesta al ministero, segnalando delle disponibilità. Lo hanno fatto anche le amministrazioni pubbliche, segnalando degli edifici che potevano rientrare in questa logica di finanziamento. Ma, in tutta onestà, lì non sappiamo quando si verificheranno queste attività e questi lavori’’.

Un piano con scadenza pluriennale, certo, e che ancora non ha visto nemmeno l’avvio, ma che fa sperare che qualcosa si muova a sostegno degli atenei.

‘’C’era e c’è, spero ancora – ha concluso il Rettore – un progetto che riguarda la riconversione di una ex residenza universitaria in via del Porrione. Non sarebbero tantissimi posti letto, ma sarebbe un bel segnale poter effettuare la riconversione di quell’edificio, per poter mettere a disposizione anche questi spazi, queste camere degli studenti e delle studentesse. Un progetto che spero tanto vada avanti’’.

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