Femminicidio di Bovolenta, recuperato il furgone di Pittarello
Il furgone Nissan di Alberto Pittarello è stato recuperato dalle acque del Bacchiglione a Bovolenta. Questa mattina, sabato 2 marzo, i vigili del fuoco sono riusciti nel difficile ripescaggio del mezzo con cui, lo scorso martedì mattina, il 39enne di Bovolenta si è gettato in acqua dopo aver ucciso la compagna Sara Buratin, 41 anni.
Il recupero è avvenuto in zona Ca’ Molin, nel punto esatto in cui già martedì sera pompieri e carabinieri avevano individuato il punto di ingresso in acqua del mezzo.
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Il furgone, dopo essere stato agganciato dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia, è stato issato con l’autogrù e posizionato in strada, dove è stato preso in consegna dall’autorità giudiziaria. Le operazioni di recupero dei vigili del fuoco sono terminate alle 13.
Come detto, l’attività è stata resa decisamente complicata dalle operazioni del Bacchiglione: la piena del fiume, visto il maltempo degli ultimi giorni, ha reso impossibile l’immersione dei sub, impossibilitati a scendere oltre il metro di profondità praticamente per tutta la settimana. Il Nissan si era infatti inabissato a ben 5 metri di profondità.
L’impetuosità del corso d’acqua e la visibilità pari a zero per i sommozzatori ha rallentato ogni attività. E’ stata data precedenza al recupero del corpo di Pittarello, trovato ancora allacciato al sedile con la cintura di sicurezza.
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Dopo aver massacrato Sara Buratin con cinquanta coltellate, Pittarello alle 10.35 di martedì mattina è salito sul proprio furgone arrivando fino a Ca’ Molin, a due chilometri dal luogo del delitto. Qui, quasi sicuramente con un gesto volontario, ha deciso di togliersi la vita gettandosi in acqua al volante del mezzo, non prima di aver gettato fuori dal finestrino il proprio telefono cellulare. Proprio il gps dell’apparecchio ha permesso di localizzare il Nissan e avviare le pratiche di ripescaggio.