Nuovo polo di Chimica e Fisica agli Istituti, intervento da 70 milioni
PAVIA. La giunta regionale contribuirà con 10 milioni, oltre la metà dei quali provenienti dal Fondo sviluppo e coesione (Fsc), al progetto di rigenerazione urbana del polo di Chimica e Fisica e Scienze del farmaco dell'Università di Pavia, un intervento su un’area ampia, di 25mila metri quadrati, delimitata dalle vie Taramelli, Bassi e Aselli.
Il primo passo era già stato compiuto con l’inaugurazione, a giugno, del nuovo polo didattico del Dipartimento di Scienze del farmaco, una struttura di 2.500 metri quadrati con due aule didattiche grandi, un’aula studio, quattro laboratori didattici dedicati, cinque di ricerca con altrettanti studi per i docenti.
L’intervento da 70 milioni
In pratica un assaggio del poderoso intervento che modificherà completamente l’area: il costo complessivamente stimato per la rigenerazione è di 70 milioni, con un notevole incremento, tra l’altro, rispetto alla prima previsione di qualche anno fa (40 milioni). A dicembre era stato siglato tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Regione, Attilio Fontana, proprio sull’utilizzo del Fsc per una serie di interventi in Lombardia, tra cui appunto il nuovo polo universitario di Pavia.
Il piano di rigenerazione è stato inserito anche nella “Relazione sulle proposte di promozione o adesione a strumenti di Programmazione negoziata regionale” approvato dalla giunta e trasmesso al Consiglio regionale: è in fase di istruttoria l’accordo di programma con l’Università che prevede appunto un contributo di 10 milioni di euro, di cui 5,5 arrivano dalla quota riservata alla Lombardia del Fondo sviluppo e coesione.
L’incarico per la progettazione del nuovo polo di Chimica e Fisica era stato assegnato due anni fa al raggruppamento di progettisti composto dalla Manens-Tifs di Padova e dallo Studio architetti Mar di Venezia, che si era aggiudicato la gara indetta dall’Università per il nuovo edificio destinato a ospitare il Dipartimento di Chimica e gli spazi didattici a servizio dei Dipartimenti di Fisica e Scienze farmaceutiche. A dicembre è stato siglato il contratto per la direzione lavori che include anche la F&M Ingegneria di Mirano (Venezia).
Il fondo per il Sud che finanza anche il Nord
Una parte dello stanziamento con cui la Regione supporterà il piano dell’Università sui Dipartimenti di Fisica e Chimica arriva dal Fondo sviluppo e coesione, che ha il compito primario di sostenere le regioni del Sud nel tentativo di colmare il divario con il centro nord. Tuttavia una parte viene destinata ad aree del Nord, compresa la Lombardia che è la regione più sviluppata: per il periodo 2021-2027 la Lombardia ha a disposizione 1,2 miliardi. Verranno impiegati, tra gli altri, per l’acquisto di nuovi treni (331 milioni), rigenerare l’area della stazione di Milano Cadorna (150 milioni), riqualificare la sede degli enti del sistema regionale (150 milioni), cofinanziare programmi regionali (331 milioni).
Il progetto
Il progetto viene definito dalla Manens come consistente «nella realizzazione di un edificio caratterizzato da una forte integrazione fra spazi interni ed esterni nell’intento di creare luoghi di aggregazione e ambienti dedicati allo studio. Il nuovo edificio è pensato per raggiungere i più elevati criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico per ottenere la certificazione Leed o Breeam».
L'edificio sarà «caratterizzato da un'innovativa facciata tecnologica, articolata su diversi livelli, che integra balconi e fusti vegetali, realizzando la massima flessibilità nella distribuzione degli spazi interni».
La Manens si è già occupata della progettazione esecutiva dei nuovi poli scientifici dell'Università di Torino (a Grugliasco) e del Campus Universitario di Milano (area Mind) «con soluzioni all’avanguardia – dice la società – sia dal punto di vista distributivo-funzionale che tecnologico-energetico-ambientale». L’Università continua dunque a investire in grandi progetti edilizi e urbanistici. —