Le imprese del Consorzio si offrono per la manutenzione del Mose
Fuori Fincantieri, si torna all'antico. E la manutenzione delle paratoie del Mose, l'affare dei prossimi decenni, la farà il Consorzio Venezia Nuova. Attraverso le sue imprese consorziate. Senza gara, in affidamento diretto.
E' questa la proposta che nei giorni scorsi il provveditore alle Opere pubbliche Tomaso Colabufo e il presidente in pectore dell'Agenzia per la laguna Roberto Rossetto hanno portato a Roma, al ministero delle Infrastrutture. Entro il 7 marzo dovranno adesso sottoporre agli uffici di Porta Pia un piano dettagliato.
Una proposta clamorosa, che arriva dopo un anno e mezzo di stop alla procedura di gara prevista dalle normative e certificata dal ministero. Nel dicembre del 2022 infatti il ministero dichiarava di “pubblico interesse” la proposta di partenariato pubblico privato (Ppp) avanzata da Fincantieri, il colosso delle costruzioni navali con sede a Monfalcone e cantieri a Marghera. Prestigio internazionale, società partecipata dallo Stato con bilancio miliardario e prestigio internazionale nel campo delle costruzioni navali.
L'affidamento sembrava a un passo, ma le carte sono rimaste ferme nell'ufficio del Provveditorato. «Non è possibile impegnare fondi prima dell'arrivo della nuova Autorità per gli anni a venire» aveva scritto Colabufo. Uno stop che ha causato nei giorni scorsi anche un acceso diverbio tra lo stesso Colabufo e la commissaria del Mose Elisabetta Spitz.
Adesso arriva la proposta, messa nero su bianco e inviata al Consorzio Venezia Nuova. La firmano quattro imprese consorziate, la Kostruttiva di Devis Rizzo, poi la Manu.te.mar, società che fa capo anche all'ex presidente della Mantovani Piergiorgio Baita, che comprende anche Geotekno, Comes srl, Adriatic srl. E poi la Bortoletto metal construction, la Intercantieri ex Vittadello, la Singim srl.
Lo scritto è stato inviato al commissario liquidatore del Consorzio Massimo Miani. E contiene una “proposta operativa” che in sostanza prolunga la vita del Consorzio e toglie di mezzo Fincantieri. Il coordinamento comune viene affidato al geometra Giorgio Mainoldi, già dirigente di Venezia Nuova, la consulenza legale è di Alfredo Biagini, già avvocato del Consorzio.
Sorpresa e imbarazzo a Palazzo. Perché il progetto consegnato al ministero segna una svolta importante nella salvaguardia, dopo che la concessione unica era stata archiviata, e dopo le gestioni commissariali seguite allo scandalo del Mose nel 2014. Secondo le imprese del Consorzio, l'attività di manutenzione ordinaria e straordinaria del sistema Mose in questa fase «risultano rilevanti al fine di conservare in capo al Cvn, sino al positivo collaudo funzionale dell'opera, le responsabilità relative alla corretta esecuzione dell'infrastruttura».
L'Atto attuativo firmato il 23 luglio, scrivono, è bloccato perché la Corte dei Conti non lo ha registrato, sostenendo che il Consorzio deve dar corso alle “attività comprese negli atti contrattuali”.
Nella proposta consegnata al Consorzio e ora al ministero, le imprese indicano anche i luoghi dove svolgere la manutenzione conservativa nella fase provvisoria, cioè l'area messa a disposizione dalla ditta Cimolai, quella che costruì le paratoie di Treporti, a San Giorgio di Nogaro, E l'ex area Pagnan a Marghera.
I prezzi sarebbero quelli riconosciuti dal Consorzio con la detrazione della quota del 22 per cento, contributo al piano di risanamento.
Nella proposta di Fincantieri il prezzo chiuso era di 57 milioni l'anno per dieci anni. Ma adesso tutto torna in discussione e si riaccende la lotta per i lavori. Il groviglio della manutenzione Mose è ben lontano dall'essere dipanato.