Una camminata alla riscoperta di 44 chiese votive del Friuli
Camminare con una persona amica accanto: sentire la voce che commenta, spiega, aggiunge aneddoti, condivide riferimenti storici, leggende e regala consigli. Il pensiero si libera dalle pesantezze e false priorità per adeguarsi al passo lento, riflessivo.
I sensi fanno spazio al godimento della bellezza della natura, ai suoi colori, profumi e alla spiritualità del cammino.
Questa è la particolarità garbata nella precisione di indicazioni geografiche e tecniche della guida “Il cammino delle 44 chiesette votive”, (Ediciclo, 168 pagine, 16 euro). Lo scenario è tutto friulano.
La pubblicazione - ricca di schede dettagliate, di puntuali commenti , di fotografie, cartine “Tabacco” e meticolosa bibliografia - è stata realizzata con il sostegno della Proloco Nediške Doline-Valle del Natisone da Antonietta Spizzo e Tiziana Perini con testi di approfondimento di autori diversi. Presentazione oggi, sabato 2 marzo, alle10.30 nella chiesa di Santa Maria dei Battuti di Cividale del Friuli da dove prende il via il cammino.
La guida propone, con formato adatto a tasche e zaini, un itinerario in territorio di confine in10 tappe, lungo 184 chilometri attraversando o lambendo nove comuni: Cividale, San Pietro al Natisone, Pulfero, Savogna, San Leonardo, Grimacco, Stregna, Drenchia e Prepotto. In media i percorsi sono di 10/12 chilometri più varianti lungo sentieri Cai da Cividale alle Valli del Natisone. La narrazione è delicata, suggerisce lo stile di diario di viaggio dello scrittore Johann Wolfgang von Goethe nel suo Italienische Reise , scevra di sfide muscolari.
Nelle prime pagine l’introduzione apre con una “una piccola geografia sentimentale”, intarsiata da intrecci di culture, tradizioni linguistiche, da descrizioni del paesaggio modellato dall’uomo nei paesi delle Valli in armonia con un contesto naturalistico per alcuni aspetti inesplorato.
Tappe del cammino, complete di grado di difficoltà e tempi di percorrenza e dislivello, con credenziali finali, sono le chiesette votive, patrimonio artistico sconosciuto al grande pubblico di architettura e arte sacra dal XII al XVI secolo. Edifici realizzati da artigiani e artisti della scuola slovena da sempre permeata da contaminazioni della cultura mitteleuropea, impreziositi da decorazioni in legno, pietra con inserti colorati e d’oro.
Fra questi svetta per imponenza il santuario mariano della Beata Vergine di Castelmonte, il più antico del nord-est. Madone di Mont in friulano e Stara Gora in sloveno, fondato nel 431 sui resti di una postazione romana, custodito e retto dal 1913 dai Frati Minori Capuccini. Alla documentazione fotografica spetta il ruolo di legante con il passato remoto ma anche con quello più recente.
Come nel caso dell’immagine delle sbarre della cortina fra Italia e Jugoslavia, trasformate in bracciali colorati dopo la caduta dei confini con l’ingresso nel 2004 della Slovenia in Europe, le acque del fiume Iudrio e il Museo di Paesaggi e Narrazioni Smo di San Pietro al Natisone.
“Un verde angolo delle Prealipi Giulie” è la definizione del botanico Gualtiero Simonetti delle Valli del Natisone. Una contemporaneità di paesaggio alpino e mediterraneo che dai 100 metri di Cividale raggiunge quota 1641 del Matajur, con il luccichio in lontananza dell’Adriatico.
Se Goethe chiedeva: “Conosci il paese dove fioriscono i limoni?” Il viandante nelle Valli conosce i colori e i profumi di glicine, ortensie, ibisco, passiflora e oleandro, in un andare che riconcilia e diventa avventura di scoperta di una bellezza a portata di passo.