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Март
2024

Lezioni web di letteratura italiana e latina di Bergamasco, professore a Monfalcone, per 347 mila

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MONFALCONE. Era nato per una necessità oggettiva, il Covid-19, ma non ha chiuso i battenti. Anzi. Compie quattro anni il canale @bergayoutube – strumento di supporto per lo studio creato dal professore Marco Bergamasco del liceo Buonarroti di Monfalcone – che nell’ultimo mese ha raggiunto le 18 mila visualizzazioni. E così siamo arrivati alle 347 mila dall’inizio di questa avventura.

Tutto è iniziato nel 2020, l’anno del Covid

«Tutto è nato nel fatidico 2020, dalla necessità di fornire agli studenti un supporto concreto per far fronte all’orario ridotto», spiega Bergamasco. E poi il progetto è proseguito, senza quasi la possibilità di fermarsi. «Nel corso degli anni ho migliorato man mano il format, la grafica e i contenuti dei video, sempre tarati sulle esigenze del programma, del lavoro in classe e anche su qualche richiesta diretta degli utenti», precisa il docente fiero dei riscontri nella rete. Sono 70 le playlist pubblicate sul canale, con un totale di 650 video che spaziano dalla letteratura italiana a quella latina, ai video sulla traduzione guidata dal greco.

Video di spiegazione e analisi del testo

«Realizzo soprattutto video di spiegazione e di analisi del testo. Poi c’è tutto il lavoro sulla grammatica, che per il momento ha ancora poco seguito, ma che secondo me può essere utile perché si lavora direttamente sul testo per capire come muoversi nel lavoro di traduzione». Ma qual è l’utenza? Il canale attira generalmente due grandi fasce: la prima è quella degli studenti (dai 18 ai 24 anni), mentre la seconda è quella dai 45 anni in su. «Quest’ultima è una fascia particolarmente interessante, alla ricerca di curiosità, approfondimenti e informazioni che non risultino troppo pesanti – sottolinea Bergamasco – Cerco, allora, di dare un taglio narrativo ai miei video, in cui spesso ripropongo temi del passato che possano collegarsi a quelli del nostro presente. Orazio, per esempio, lamentava di come un tempo padri e figli passassero, anche a tavola, troppo tempo a scrivere. Oggi accade la stessa cosa con i nostri smartphone».

Lo sbarco anche su Tik Tok

I video durano intorno ai 15-20 minuti: il tempo necessario per poter capire, addentrarsi nell’argomento e comprendere come affrontare un’analisi del testo. Poi è lo stesso professore ad adeguarsi ai cambiamenti. «Di recente sono sbarcato nel mondo di TikTok, con un nuovo, breve format di circa un minuto, che serve soprattutto a invogliare, incuriosire e smuovere un patrimonio, che altrimenti rischierebbe di restare fermo», racconta l’evoluzione delle lezioni. E aggiunge una certezza: «Credo che una buona parte dei miei studenti guardi i video, ne trovo un riscontro anche nelle valutazioni rispetto agli anni passati. È uno strumento di supporto, perché chi è assente o perde una parte della spiegazione, si può riguardare la lezione sulla strada di casa dopo un allenamento di calcio o di nuoto. Poi io stesso assegno ogni tanto il compito di riguardarli. È bello avere un riscontro tramite i commenti, perché ti rendi conto di che cosa le persone apprezzano».

I contenuti più cliccati

I video che vanno per la maggiore sembrano essere quelli un po’ più particolari, in cui si raccontano episodi meno presenti sul web. In testa per numero di visualizzazioni ci sono Parini, l’Iliade, Macchiavelli e Manzoni. «È bellissimo poi pensare al fatto che le mie parole arrivino a così tante persone: neanche in tutta la vita d’insegnante avrei potuto, altrimenti, spiegare Ettore e Andromaca a 9 mila persone», dice il professore del Buonarroti che attualmente è impegnato a realizzare una serie di video di supporto per chi affronterà quest’anno la prova di greco alla matura («Così posso accompagnarli fino a giugno e per me è una cosa fantastica»).

L’esperienza continua ancora

“All’inizio, quando ho cominciato, non avrei mai pensato di continuare anche dopo il Covid, né di crescere così tanto – sottolinea – ma questo è diventato il mio angolo, il mio spazio di libera creatività. In ogni caso il mio lavoro rimane quello dell’insegnante, perché il digitale può essere d’aiuto, ma non può sostituire il lavoro in classe o a casa di confronto con i compagni, con il docente e con i testi: momento in cui il materiale viene utilizzato per liberare la creatività dello studente. Ed è questo secondo me il valore aggiunto che non potrà essere sostituito da nessuna intelligenza artificiale»