Il Bobolar spacciato divide Staranzano: «Siamo nati con lui, provate a salvarlo»
STARANZANO C’è chi arriva alla catichella e chi, invece, solo butta l’occhio nella sala Delbianco chiamata a discutere sul destino del simbolo di Staranzano: lo storico “Bobolar”.
«Sono molto affezionato, ho 65 anni e abbiamo vissuto assieme fin dalla nascita, come se fosse un vero amico. Intorno all’albero c’era anche una panchina sulla quale giocavamo, noi ragazzi della zona», dice Dario Zorzin, che da sempre abita all’ombra dell’albero secolare. Zorzin non è ancora convinto che si possa cominciare a ridimensionare la pianta.
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E non è l’unico presente all’assemblea pubblica: «Mi fa tanta tenerezza - dice Grazia - e mi dispiace qualsiasi decisione che venga presa. Gli vogliamo bene perché è stato sempre con noi. Lo consideriamo uno della nostra famiglia. Certo, se pericoloso, è giusto però venga presa una decisione».
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Sono alcune delle testimonianze emerse all’incontro voluto dall’amministrazione comunale, proprio alla vigilia delle elezioni comunali, per comunicare le ultime decisioni che verranno adottate. Per la passione e il sentimento verso questo albero, qualcuno ha anche suggerito di realizzare un ologramma per riprodurre l’immagine tridimensionale e avere sempre sotto gli occhi il “Bobolar”.
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Presenti all’incontro il sindaco Riccardo Marchesan, il capo dell’Ufficio tecnico, architetto Alberto Furlan e il responsabile dello studio Igreenproject Ivan Snidero, che ha spiegato gli esiti dell’ultima indagine diagnostica del 14 febbraio condotta dalla sua equipe.
Fra il pubblico tanti politici come gli assessori Corà, Pizzolato, Moretto, Tomadin e il candidato del centrosinistra Marco Fragiacomo.
Il “Bobolar”, testimone della storia di Staranzano, ha dunque i giorni contati perché si comincia a tagliare una parte tra il 7 e l’8 marzo viste le precarie condizioni di salute in cui versa. «Non c’è più tempo da perdere – dice Marchesan - bisogna agire subito per motivi di sicurezza e proteggere l’incolumità pubblica. Per ora non si parla di abbattimento, ma dovrà subire una decisa menomazione del tronco e della chioma. Si procederà a step per vedere come reagisce la pianta. Sarà la prossima amministrazione comunale, poi, a continuare l’opera della messa in sicurezza». Ma non tutti hanno gradito questa soluzione, una parte sottolinea come bisognava fare di più per salvare la pianta. È stato ricordato, infatti, come un’amministrazione comunale precedente avesse costruito una base di cemento attorno all’albero che potrebbe aver compromesso le radici. «Ma con gli anni – viene sottolineato in un altro intervento – anche le piante come gli uomini si ammalano e muoiono».
Una Staranzano, dunque, divisa sul destino del “Bobolar”. La situazione non è semplice poiché oggi l’albero è spaccato in due, invaso dai funghi che lo stanno lentamente spegnendo mettendo in evidenza il disseccamento della parte “morta” da quella “viva”. Un pezzo del fusto, quindi, non potrebbe più reggere il peso dei rami con il pericolo di un crollo di branche oltre la zona pedonabile transennata. «La vitalità di parte della chioma – è stato detto da un cittadino - fa sperare invece nella possibilità di un’azione di “dendrochirurgia”, che prevede l’eliminazione di tutto il legno ammalato fino alla base dell’albero. Pratica che si effettua, in genere, su piante arboree colpite dalla carie del legno o da altre malattie quelli causati da insetti nocivi».
Secondo l’assessore ai Lavori pubblici, Manuela Tomadin, il “Bobolar” risulta fortemente attaccato da agenti fungogeni (Polyporus squamosus) che hanno già provocato in passato il distacco di alcune branche (2005 e 2016) e il recente rinsecchimento delle branche orientali, alle quali non riesce arrivare il nutrimento sufficiente dal tronco fortemente cavernoso e attaccato dai funghi. Il fusto, inoltre, è segnato da un’estesa infezione di “Ganoderma adspersum”, osservata a partire dal 2017 e dalle ferite estese dovute agli schianti. Il Comune tuttavia si farà carico delle terapie di mantenimento possibili sulla pianta senza optare direttamente per l’abbattimento.
Non usa, invece, mezzi termini il Servizio regionale della pianificazione paesaggistica: «Il Bobolar sarebbe da tagliare» in quanto persiste una situazione di pericolo di schianti e perché tutte le cure che sono state effettuate dagli esperti non hanno eliminato il fungo che, lavorando all’interno del tronco, distrugge la pianta. Il suggerimento è di sostituirlo con l’esemplare simile vicino, di 40 anni di età, che versa in ottima salute. Ma è dura assumere una decisione così drastica e non solo per la storicità e l’importanza paesaggistica...