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Февраль
2024

Continua la crisi del commercio a Gorizia: negozi chiusi difficili da piazzare

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GORIZIA Tanti (troppi) negozi chiusi. Serrande abbassate da tempo, ormai impolverate, non solo nelle zone periferiche ma anche in pieno centro, anche in corso Italia. Un problema non nuovo, non “esclusivo” di Gorizia, ma che balza all’occhio a 344 giorni dall’inaugurazione di Go!2025.

A sottolinearlo è Pierluigi Sardelli, presidente provinciale della Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali), nella sua ultima relazione sull’andamento del mercato immobiliare.

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Difficile commercializzazione

Fra gli aspetti negativi dell’universo-compravendite annovera, proprio, gli immobili a destinazione commerciale. «Sono di difficile commercializzazione. La crisi del commercio sta determinando una domanda molto scarsa di tale tipo di immobili che, quindi, rimangono sul mercato anche per lunghi periodi in attesa di trovare un acquirente».

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Mancanza di imprenditori

Che fare? «Il problema non lo risolve né la Fiaip né i proprietari perché i prezzi sono già bassi. Deve entrare in azione la politica. La verità è che mancano imprenditori anche se sono convinto che la svolta ci potrà essere con il 2025». Perché? «Le grosse catene di negozi si muovono quando possono contare su un bacino di 100 mila abitanti. Se noi lavoriamo assieme e inseriamo nell’offerta Nova Gorica, la fascia confinaria slovena e i nostri Comuni più piccoli possiamo diventare attrattivi. Bisogna ragionare in termini di città unica».

Il mercato del nuovo

C’è anche un problema sul mercato del nuovo. Il prezzo di vendita per un immobile nuovo o ristrutturato «con tutte le caratteristiche e prescrizioni urbanistiche, energetiche, antisismiche sarebbe troppo alto - dettaglia Sardelli - per trovare una corretta sua commercializzazione: quindi, sono rare le imprese interessate ad effettuare investimenti presso il nostro territorio». Quanto all’andamento del mercato complessivo, Sardelli aggiusta il tiro e evidenzia un lieve decremento nel numero delle compravendite.

«Nel 2022 le transazioni avevano registrato un importante incremento, quindi è stato quasi fisiologico il risultato registrato lo scorso anno. Rialzo dei tassi di interesse, passato boom euforico post-Covid e guerra nella vicina Ucraina ne sono state le motivazioni nella nostra provincia come pure in tutto il territorio nazionale. Il 2024, anche se è presto per prevederlo, si dovrebbe attestare su una stabilità nel numero delle transazioni».

Mancanza di offerta

Altro neo: la domanda è alta, manca l’offerta immobiliare. «Probabilmente - analizza Fiaip - c’è chi si aspetta dei rialzi nelle valutazioni, in un Comune come il nostro con i prezzi tra i più bassi d’Italia, chi non ha necessità di vendere, chi preferisce locarlo e chi vuole destinare il suo immobile a prossimo suo uso famigliare. La domanda di immobili è particolarmente importante, anche da parte di stranieri. Riguardo questi ultimi da padrone la fanno, certamente, i cittadini sloveni i quali per convenienza economica, per comodità pratica (magari già lavorano in provincia), perché attratti dal nostro territorio o per mero investimento, si avvicinano sempre più al mercato immobiliare locale. Il 2025 segnerà quel risultato già da diversi anni percorso di città senza confini, con medesimi interessi, con popolazione che parla “la stessa lingua”».

Infine, «gli appartamenti che sono praticamente diventati introvabili sono i monolocali, appartamenti con una camera da letto che rappresentano un ottimo investimento immobiliare, con rendite che superano il 10% annuo».